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L’aula consiliare della Provincia di Campobasso dedicata ad Antonio Carlone. A Palazzo Magno il ricordo del sindaco che fece della difesa del territorio una battaglia senza colori politici

Quando quel male incurabile ha spento il sorriso garbato del sindaco di Campochiaro a soli 43 anni, il primo cittadino del paese alle porte di Campobasso sedeva tra i banchi delle minoranze di Palazzo Magno. Da oggi l’Aula consiliare dell’ente di via Roma porterà il suo nome.

La targa dedicata ad Antonio Carlone è stata scoperta nel corso della cerimonia di intitolazione avvenuta a Palazzo Magno, alla presenza delle filgie e della moglie, Simona Valente, attuale sindaco di Campochiaro e consigliere provinciale.

Un’iniziativa, quella di dedicare la sala consiliare al sindaco scomparso prematuramente, che porta la firma del presidente Battista e della consigliera Cancellario. Il primo, nella partita del 2014 per sedere sullo scranno più alto della Provincia, sfidò lo stesso Carlone che oggi ricorda come “un avversario leale e un politico corretto”.

Proprio Battista, dopo la prematura scomparsa del primo cittadino, lo aveva definito “un uomo cordiale e rispettoso degli altri”. “Lo era stato anche dopo l’insediamento. Sempre collaborativo con me e con il resto della maggioranza”, aveva detto in occasione della sua morte.

Pensiero condiviso anche dal presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone che oggi ha voluto ricordarlo come “un amministratore che amava il territorio e la sua gente. Un servizio, il suo, svolto sempre con lealtà, onestà e costanza”.

Primo cittadino eletto nel 2011, Carlone fu riconfermato nel 2016, anno in cui corse in quota al centrodestra per la carica di presidente della Provincia di Campobasso, dove al momento della scomparsa ricopriva il ruolo di consigliere.

Forte la sua presa di posizione nel 2014 per difendere il territorio dall’istallazione di una centrale a biomasse tra Campochiaro e San Polo Matese.

Le proteste in strada, in quell’occasione furono senza colori politici e videro esponenti di movimenti e partiti diversi protestare in nome della difesa del territorio.

Quando il Tar impose lo stop alla centrale, Carlone parlò di “un risultato ottenuto solo ed esclusivamente grazie ai cittadini”.

Quello di Carlone è stato un esempio “per le istituzioni e gli elettori” che per prima, proprio la moglie, ha voluto seguire. E ora, in quella targa, resta un segno concreto della lezione che il compianto primo cittadino ha saputo dare a chi è rimasto.

Redazione

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