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Storie di giovani / ‘Fare la storia’: Francesco Boschi di ‘Antichiterrae Molise’ racconta come riproporre praticamente le tecniche antiche

boschiFABIANA ABBAZIA

L’aculeo di istrice, la falange di cerbiatto e l’allume di rocca. Sono solo alcuni degli strumenti preistorici utilizzati da Francesco Boschi durante il suo lavoro. Con semplicità e passione, dinanzi a una platea di giovanissimi studenti in una scuola del capoluogo, illustra come simili arnesi venivano utilizzati per cucire le pelli, come semplice fischietto o per conciare le pelli. Non certo una lezione teorica con scolari annoiati e insofferenti, semmai una serie di attività pratiche per coinvolgere i ragazzi che partecipano attivamente a una lezione di cui molto probabilmente ricorderanno per sempre i contenuti.

Dopo un percorso di studi sulla psicomotricità, nella quale ha imparato ad avvicinare i giovanissimi alla natura attraverso il corpo ed essersi specializzato in attività artistiche e didattica museale, il suo orientamento lo ha portato dritto all’archeologia sperimentale. “Un settore che – spiega Francesco dell’associazione ‘Antichiterrae Molise –  nonostante il nome non ha proprio nulla a che vedere con gli scavi. Si tratta di una disciplina giovane che studia e ripropone in chiave pratica e divulgativa le tecniche antiche. Un ramo dell’archeologia grazie al quale è possibile interagire con tutti i soggetti, nel senso che, mentre ad esempio la guida turistica espone dal punto di vista teorico tutto quello che è un percorso avvincente, l’archeologia sperimentale rappresenta la parte pratica. Ovvero, si tratta di quella disciplina che ti fa visualizzare fisicamente come venivano fatte alcune cose”.

L’associazione di promozione sociale ‘Antichiterrae Molise’ di cui fa parte Francesco ha sede nello splendido territorio di Castel San Vincenzo, in provincia di Isernia, sull’antico percorso benedettino e nel versante Molisano del Parco Nazionale d’Abruzzo.

Il gruppo di lavoro, composto da una dozzina di persone che si alternano nelle diverse attività, mette insieme la passione e la professionalità dei suoi componenti al servizio delle bellezze naturalistiche, storiche, artistiche e archeologiche per la tutela e la riscoperta di siti di questo piccolo scrigno chiamato Molise.

Oltre ai laboratori didattici ‘Antichiterrae Molise’ propone gite d’istruzione, campi scuola e attività di trekking.

Per quanto riguarda i laboratori, che l’associazione ovviamente non propone solo agli istituti scolastici, ma anche a tutti gli enti e i privati che ne fanno richiesta, a illustrarli è sempre Francesco. “Tra quelli relativi all’archeologia sperimentale proponiamo – dice ancora – quello sulla Preistoria: un percorso interattivo dal Paleolitico al Neolitico. Quello sui Sanniti in cui ci occupiamo praticamente delle antiche tecniche di metallurgia, realizzando la microfusione attraverso un forno che fonde il metallo a bassa temperatura. A questi si aggiungono poi quello sul Cavaliere Medievale, quello sulla Farmacopea Monastica in cui a prendere forma è la figura e la storia del monaco erborista, e infine quello di Scrittura antica che va dai pittogrammi all’alfabeto latino”.

gli strumenti del mestiereFrancesco si sofferma anche a raccontare com’è nata l’idea di una simile proposta formativa. “Abbiamo iniziato – dice –  con una serie di laboratori che interessavano i turisti e abbiamo visto che funzionava molto sotto l’aspetto didattico, così abbiamo deciso di avvicinarsi, ovviamente quando ce lo permettono, al mondo della scuola, che spesso al preferire gite fuori regione, dovrebbe imparare a valorizzare maggiormente il territorio molisano. Purtroppo però – specifica ancora – è anche vero che ci sono una serie di difficoltà oggettive, forse prodotte dalla mancanza di canali di divulgazione”.

Su questo punto l’esperto di storia continua nel raccontare praticamente la difficoltà di approdare nelle aule, superata poi quasi sempre grazie al passaparola dei docenti.”Non nascondo – afferma – di aver mandato ben 300 informative, dalle quali ho ricevuto solo due richieste per l’attivazione di laboratori. Certamente non parlo di colpe o responsabilità, dico solo che le scuole, oberate dalle numerose proposte, spesso hanno anche difficoltà a districarsi nella scelta. Problema questo che potrebbe però essere ovviato attraverso canali mirati di divulgazione delle notizie”.

E mentre la speranza di Francesco possa pian piano avverarsi e l’attività dell’associazione possa presto prendere piede anche su Campobasso, dove alcune scuole hanno già aderito alle iniziative proposte, sicuramente anche CBlive sarà utile a superare un gap comunicativo tutto italiano, che finisce spesso per non valorizzare le eccellenze presenti.

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