Cronaca

Strage al Museo del Bardo: il giovane attentatore finito in manette avrebbe un alibi di ferro

museo_tunisiMARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Se per la comitiva molisana, le sei persone di Bojano, coinvolte nella strage del Museo del Bardo in balìa per ore dei terroristi, sembrava esserci uno spiraglio di giustizia, ancora nulla è certo. Martedì, 19 maggio, Abelmajid Touil, il 22enne marocchino, arrestato a Gaggiano, nel milanese, perché identificato come uno dei terroristi coinvolti nella Strage di Tunisi sembra avere un alibi di ferro: il giorno dell’attentato terroristico rivendicato dall’Isis, il 18 marzo, il marocchino era in Italia, in aula a seguire la lezione di italiano, nella scuola che frequentava. A confermarlo, non solo i familiari, gli amici e gli insegnanti ma soprattutto la sua firma sul registro delle presenze.

Secondo questa ricostruzione italiana, quindi, si andrebbe a smentire l’inchiesta tunisina che identifica il giovane Abdelmajid Touil non solo a Tunisi il giorno della strage ma in Place Pasteur, avrebbe incontrato i due terroristi poi uccisi dalle forze speciali al museo ovvero Yassine Laabidi e Jabeur Khachnaoui, e con loro si sarebbe poi diretto verso il Bardo. Touil Abdelmajid avrebbe preso parte alla seconda riunione della cellula terroristica responsabile dell’attacco, avvenuta l’11 marzo, nella quale è stato deciso di incaricare Med Amine Guebli e Elyes Kachroudi di fornire i kalashnikov agli assalitori.

Intanto la sezione Ros dei Carabinieri e la Digos fanno sapere che questo non vuol dire che il 22enne sia estraneo ai fatti e abbia, invece, avuto un ruolo importante nella pianificazione dell’attentato terroristico. “Touil – dicono le Forze dell’ordine – non era considerato pericoloso o a rischio di terrorismo né dalla polizia tunisina né da quella italiana. Solo dopo la strage del Bardo, Touil assume il profilo di terrorista. Sia Aisi sia Aise ne inseriscono il nome tra i sospettati mentre il tribunale tunisino emette mandato di arresto internazionale”.

“Stiamo parlando di un sospettato di terrorismo e di un successo delle forze dell’ordine, frutto anche della buona cooperazione tra diversi Paesi nella lotta al terrorismo”, è stato il commento del Ministro Angelino Alfano: «.

“Sono innocente, non c’entro nulla, non mi spiego come questo errore sia potuto accadere”. Sono, invece, le parole pronunciate dal marocchino arrestato a Milano, davanti al giudice del procedimento per l’estradizione e riferite all’Ansa dal suo legale, l’avvocato Silvia Fiorentino.

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