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Sclerosi Laterale Amiotrofica, meno gavettoni ghiacciati e più fondi per la ricerca

Il Governatore del Molise, Paolo di Laura Frattura, ha partecipato all'Ice Bucket Challange
Il Governatore del Molise, Paolo di Laura Frattura, ha partecipato all’Ice Bucket Challange

MASSIMO DALLA TORRE

Una volta erano i motivi dei Righeira, di Giuni Russo, delle Les Ketckups o i ritmi latino americani  ad impazzare sulle spiagge come tormentoni estivi, ora tocca alle docce gelate, che hanno dato l’avvio a una serie di performance a prova di fisico. Prove stile campi militari estremi che, a quanto si apprende, hanno contagiato anche i politici molisani, i quali non hanno perso tempo a farsi immortalare, mentre una ‘secchiata’ li investe, con tanto di facce ed espressioni che lasciano il tempo che trovano.

Una moda che, nella sua accezione più pura, invita subito dopo essere stati ‘gelati’ (ma solo pochi lo fanno seriamente)  a donare somme di denaro con cifre anche a sei zeri in favore della ricerca sulla SLA. La malattia genetica che in questi ultimi anni è sempre più pressante e, soprattutto, invalidante con una prognosi infausta, dato che ancora è lontana la soluzione, nonostante la medicina faccia passi da gigante ogni giorno.

Sulla simpatica (si fa per dire) moda di farsi ‘secchiare’ avremo molto da scrivere, anche perché, a mio modesto giudizio, la trovo di cattivissimo gusto, perché denota una goliardia non concepibile specialmente nei riguardi di chi è costretto ad affrontare questa terribile patologia. Una patologia che mostra dati allarmanti, tant’è che gli sforzi dei ricercatori si sono decuplicati al massimo. Una patologia che lascia letteralmente gelati, non a causa del ghiaccio contenuto nel secchio, ma per le conseguenze che devastano la vita a chi ne è colpito. Una patologia che, invece, dovrebbe far pensare seriamente come nel nostro Paese, Molise compreso, si dileggia e si penalizza pesantemente la sanità (leggasi chiusura dei centri di ricerca, cancellazione di reparti importanti, dimezzamento di posti letto).

Una patologia di cui ci si ricorda soltanto in alcuni periodi dell’anno, quando si dà l’avvio a maratone televisive per la raccolta dei fondi e, come nel caso degli ultimi giorni, con questo ‘giochino’ che, se ci è permesso, definiremo “innocente e sotto certi aspetti demenziale, affrontato da persone che pur di essere alla ribalta” si fanno immortalare con la speranza di trovare emuli, senza sapere che la semplice doccia gelata non risolve assolutamente la questione che è seria anzi serissima. Questione che specialmente in questa non estate è stata barattata sotto forma di “gavettone” senza alcun nesso logico, anzi illogico, tant’è che scorrendo le pagine del social network, oppure guardando i servizi televisivi, l’amarezza si palesa in modo dirompente perché più passano i giorni e più ci si rende conto che la “pochezza” aumenta, lasciando spazio all’irrazionale, trasformato in un’azione “stupida”. La quale,  questo il lato deleterio della questione, nella maggior parte delle volte purtroppo è seguita da fatti non concreti dove i flash o le telecamere anche amatoriali fanno da padrone. Mezzi che, invece, se utilizzati nel modo giusto supportati da fondi o donazioni potrebbero essere il mezzo risolutivo a favore di chi una mattina, credendo in un affaticamento o a un torpore muscolare, scopre di essere stato aggredito da un qualcosa che attraverso due consonanti la S e la L e una vocale, la A, è agghiacciante e non una moda che ha contagiato ignominiosamente chi non si rende conto che la realtà è diversa e, soprattutto, non svanisce in pochi attimi.

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