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Obiettivo salvezza nel 2017 per i lupi. Al calcio rossoblù, in una Campobasso con sempre meno giovani, serve una rivoluzione per un rilancio duraturo: perché non aprirsi alle comunità locali?

I tifosi in Curva Nord 'Michele Scorrano' in occasione della partita contro la Civitanovese
I tifosi in Curva Nord ‘Michele Scorrano’ in occasione della partita contro la Civitanovese

È ufficialmente iniziato anche il nuovo anno per il Campobasso di mister Novelli. I lupi, reduci dalla pesante sconfitta di Pesaro e con un organico parzialmente rivoluzionato, si apprestano ad affrontare il girone di ritorno.

Si comincia con tre gare-verità per i rossoblù, che potrebbero veder stravolgere il programma degli allenamenti settimanali per le nevicate previste tra giovedì 5 e venerdì 6 gennaio, a ridosso del ritorno in campo.

Le gare casalinghe contro Pineto (la prima del 2017) e con la Jesina due settimane più tardi, intervallate dalla trasferta in casa del Romagna Centro, delineeranno il futuro della squadra di mister Novelli.

Pineto e Romagna Centro sono due delle quattro squadre che, attualmente, a 17 punti occupano i posti della griglia playout e il Campobasso sulla zona rossa della graduatoria ha appena cinque punti di vantaggio. Una lunghezza in più dei rossoblù ce l’ha la Jesina, contro cui il team del capoluogo molisano giocherà la terza partita del nuovo anno.

Il mercato di riparazione ha visibilmente ridotto di qualità la squadra di Novelli e questo è uno dei rischi in vista del girone di ritorno, che si aggiunge alla campagna di rafforzamento degli altri team.

Budget ridotto per la mancanza di sponsor, di incassi al botteghino e, soprattutto, per le vertenze dei tesserati della scorsa stagione, che hanno compromesso il già limitato bilancio previsionale di inizio stagione.

È innegabile che, a parte periodo limitati nel tempo, qualcosa si sia rotto tra la tifoseria e il calcio campobassano. Già dai tempi di Capone il pubblico allo stadio di contrada Selva Piana è stato sempre di meno, anche nel campionato di Seconda divisione della Lega Pro. Non è servito l’apporto di Aliberti, già in serie A con la Salernitana, a riscaldare i cuori rossoblù

Da non sottovalutare il fenomeno della migrazione dei giovani molisani fuori regione per motivi di lavoro, che ha impoverito il tessuto socio-economico territoriale. Così come, forse, non è da escludere, in futuro, di poter realizzare un progetto ad ampio raggio con i centri della regione, da dove calamitare sul capoluogo presenze allo stadio e giovani che potrebbero essere parte integrante delle giovanili rossoblù e della prima squadra.

Insomma, per il rilancio del calcio a Campobasso, che possa essere duraturo nel tempo, serve, come avviene ovunque nel Belpaese, o un grande campionato di vertice, oppure una rivoluzione calcistica, che possa far uscire i lupi fuori dallo stadio di contrada Selva Piana, fuori da una città troppo isolata, per aprirsi alle comunità locali, che potrebbero fornire professionalità dirigenziali, calciatori, entusiasmo e, perché no, anche risorse economiche.

giusform

 

Redazione

CBlive

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