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Le luci dei negozi si spengono: il grido d’allarme lanciato da Campobasso conquista la scena nazionale. Lunedì la serrata

L’allarme dei commercianti molisani è molto chiaro, il rischio tra restrizioni, coprifuoco, protocolli sanitari con la pandemia in corso è quello di chiudere anche senza un secondo lockdown.

Se si spengono le insegne dei negozi si spegne tutto il centro città di Campobasso e delle tante altre città italiane.

Per manifestare e dare un segnale alle istituzioni degli enormi problemi economici, il comitato commercianti molisani ha porposto la serrata dei negozi nel pomeriggio di lunedì 16 novembre.

Gli esercizi commerciali che aderiscono alla protesta sono molti e non solo in Molise. Infatti lo stesso comitato Commercianti Uniti, con oltre 4000 associati in tutta Italia, ha dichiarato di unirsi alla protesta degli esercenti molisani con un comunicato stampa.

“In questo momento noi commercianti siamo la categoria più penalizzata. Restrizioni, chiusure di bar e ristoranti, cinema, teatri, la paura che ormai tutti viviamo, ci impediscono di avere ricavi sufficienti. Tuttavia, non siamo chiusi per legge e non abbiamo diritto a ristori. Tutto questo non è giusto. Lunedì 16 novembre nel pomeriggio, le nostre città saranno buie, le nostre serrande abbassate. Si respirerà quell’aria che, in mancanza di iniziative forti e coraggiose da parte del Governo e delle Regioni, sarà la stessa che riserverà il destino ineluttabile a tutte le città”, le parole di  Monia Petreni, Presidente Commercianti Uniti.

Intanto, a Campobasso il tam tam su WhatsApp è iniziato da tempo e 50 esercenti della città hanno dato vita a un gruppo attraverso il quale comunicare e coordinarsi nelle richieste da avanzare a livello cittadino e regionale.

Successivamente la protesta si è, poi, allargata a macchia d’olio coinvolgendo anche i commercianti di Isernia e Termoli.

“La nostra richiesta  – fa sapere Gianluca del Medico, portavoce del Comitato dei Commercianti del Molisesi basa su una presa di coscienza da parte di tutte le istituzioni sul fatto che stiamo andando incontro ad un lockdown mascherato. I pubblici uffici e i bar chiudono alle 18, quando inizia un coprifuoco velato, il tutto tra l’indifferenza delle istituzioni. I decreti ristoro e ristoro bis sono indirizzati solo alle zone rosse e noi in zona gialla non abbiamo diritto a nulla. Ci rivolgiamo alla Regione Molise, chiediamo un incontro e ci auspichiamo di ricevere un contributo a fondo perduto per poter ottenere un aiuto concreto per tutto ciò che riguarda i costi degli affitti dei negozi o, per i proprietari delle attività commerciali, un ristoro in merito alla rata semestrale dell’IMU. Chiediamo poi l’abolizione di tutte le tasse locali (comunali o regionali); un finanziamento a tasso agevolato da parte di Finmolise con la quota preponderante a fondo perduto: dei sussidi all’occupazione sia per i contratti in essere, sia per quelli futuri”.

Intanto, da parte sua la Confcommercio Molise propone ai commercianti l’adozione dell’orario continuato  – dalle 10 alle 18 – per i negozi.

Obiettivo? Diluire durante l’arco della giornata il momento in cui fare acquisti ed affrontare il problema della concorrenza della grande distribuzione dei centri commerciali.

Ma anche l’orario continuato per tanti rappresenta, in un simile momento storico, un ulteriore problema da affrontare, soprattutto per coloro che hanno i dipendenti in cassa integrazione.

Intanto, proprio a Campobasso nei giorni scorsi alcuni commercianti hanno incontrato il sindaco e l’assessore Felice. Proprio quest’ultima proponeva una riunione per poter affrontare la questione relativa al Natale.

Tra i temi da trattare: i parcheggi gratuiti, l’apertura domenicale, l’orario continuato e la campagna informativa a sostegno delgi aquisti in città.

Una serie di temi che, di certo, non vanno però a soddisfare le esigenze e, soprattutto, le urgenze degli esercenti della città, in un momento di totale incertezza e difficoltà, dove lo stesso periodo natalizio potrebbe essere a rischio.

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