CittàCultura

In via Veneto intitolata la palestra Cerza: il Pilla e Campobasso rendono omaggio a Mirella. Aprì la prima scuola di danza della città

Omaggiato il ricordo della prima maestra di danza della città, simbolo positivo per i giovani

Emozione, commozione e profondo senso di gratitudine. Sono questi i sentimenti che questa mattina, sabato 14 dicembre, hanno accompagnato l’intitolazione della palestra dell’Istituto Leopoldo Pilla di Campobasso alla professoressa Mirella Cerza.

Prima di scoprire la targa che da oggi, capeggia all’ingresso dell’edificio, in una gremita aula magna, sono stati in molti quelli che hanno voluto omaggiare Mirella con un ricordo e un tributo.

Proprio mentre quelle immagini che la ritraevano sorridente sulle punte, a tanti hanno dato modo di ritrovare una persona che la città ha scelto di non dimenticare. Per la sua forza, il suo coraggio e la sua determinazione che la portarono giovanissima ad aprire la prima accademia di danza della città, dove un’intera generazione ha trascorso pomeriggi intensi, fatti di studio e impegno, ma anche di quella passione che Mirella sapeva infondere alle sue allieve.

Voluta dall’ex dirigente scolastica del Pilla e attuale rettore del Convitto Mario Pagano, Rossella Gianfagna, l’intitolazione è stata accolta con entusiasmo anche dalla nuova dirigente, Maria Cristina Battista.

“Non ho avuto modo di conoscere personalmente Mirella, ma dal racconto di tutti ho compreso l’importanza di una figura e un esempio così importante per i giovani. L’intitolazione della palestra non è la fine di un percorso, ma l’inizio di un nuovo cammino che darà seguito e slancio al ricordo di Mirella. L’idea è, infatti, quella di progettare una serie di attività e momenti di condivisione all’insegna dei valori dello sport. Il mio infinito grazie va alla famiglia che, in questo momento di fortissimo dolore, ha scelto di aprirsi agli altri”, sono state le parole pronunciate dalla preside.

“La palestra del Pilla non è frequentata solo dagli studenti, ma da tanti ragazzi e ragazze della città ed è bello che possano dire ora la palestra Cerza”, ha detto, invece, la Gianfagna che, come tanti altri docenti presenti in aula, con Mirella ha condiviso il percorso dell’Isef (Istituto Superiore di Educazione Fisica ndr) di cui ha avuto modo di raccontare alcuni anneddoti.

Ma a ricordare la maestra di danza scomparsa troppo presto è stata anche un’emozionata provveditore della Provincia di Campobasso. Maria Luisa Forte, presente in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Regionale, al suo ruolo istituzionale, questa volta, non ha potuto non affiancare anche quello più intimo e personale di chi con Mirella ha condiviso tanti anni e tanti ricordi, per i quali ora sembra davvero impossibile riuscire a contenere lacrime e commozione.

Emozioni che, ovviamente, non riescono a gestire nemmeno i genitori.

Nel momento in cui la targa viene scoperta, Mariolina e Tommaso, non ce la fanno proprio a trattenere quelle lacrime a cui subito uniscono il loro sentito e sincero grazie alla città e a quanti hanno permesso questa intitolazione.

Emozioni forti suscitate anche dal ricordo di Mirella, affidato all’arcivescovo Giancarlo Bregantini. Parole con cui viene tracciato il ritratto di una donna dolce e allo stesso tempo estremamente tenace.

“Una donna che nella danza trovava l’equilibrio tra corpo, mente e cuore”. Una comunione che, nella sua perfezione, veniva restituita agli altri  con la grazia e l’eleganza dei suoi movimenti.

La stessa grazia con cui Mirella ha saputo affrontare un percorso di fede che l’ha condotta anche ad accettare, con l’ultimo sorriso, una volontà verso cui erab praticamente indifesa.

“Ho incontrato Mirella nei suoi ultimi giorni di vita. Aveva gli occhi chiusi e tutti pensavamo che non potesse più ascoltarci. Le parlai e, quando le si avvicinò il padre, vidi i suoi occhi aprirsi per un istante e, con una voce flebile, la sentii dire: il mio papà”, racconta un emozionato Bregantini.

“Mirella ha insegnato – conclude l’arcivescovo – anche che c’è modo e modo di affrontare la morte. Ma soprattutto ci ha insegnato come poter affrontare la vita: con sorrisi, gioia, carezze, abbracci e un’intensità d’amore”.

Redazione

CBlive

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button