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A 84 anni l’Imu da pagare è maggiore della pensione: a Ripalimosani proprietari dei terreni in rivolta

I cittadini si rivolgono all'Adoc e rilanciano il grido di aiuto alle Istituzioni

Era il mese di dicembre 2017 quando i proprietari di alcuni terreni della zona industriale di Campobasso, area che ricade nel territorio di competenza del Comune di Ripalimosani, lanciarono l’allarme: motivo del contendere cifre Imu eccessive. Dopo numerosi appelli alla politica e alle amministrazioni locali, gli stessi proprietari (riunitisi in un comitato ndr) di sono rivolti all’Adoc, affinché “l’associazione dei consumatori possa farsi da portavoce della realtà di tante persone, succubi di un collasso impositivo, ed affiancarli nella lotta e nella tutela dei loro diritti”.

I residenti di Ripalimosani rilanciano la protesta anche a seguito di quanto avvenuto a Campobasso per le cosiddette aree Lucarino. Gli stessi si dicono, infatti, solidali con i cittadini del capoluogo per i quali a Palazzo San Giorgio si stanno valutando possibili soluzioni e chiedono di essere ricevuti e ascoltati dalle Isitutuzioni: dal Comune di Ripalimosani, ma anche dalla Regione (Commissione Consiliare Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici), dove però a causa delle imminenti elezioni la strada sembra tutta in salita.

La storia che accomuna Campobasso con l’attiguo comune di Ripalimosani è per molti versi simile.

Anche chi possiede terreni nella zona industriale deve, infatti, assolvere a ben sette anni di imposte. Se nel caso delle zone Lucarino ci sono cartelle esattoriali anche da 120mila euro, a Ripalimosani c’è addirittura il caso di un signore di 84 anni che dovrebbe versare una tassazione annua addirittura superiore al proprio contributo pensionistico complessivo.

A essere preoccupati sarebbero anche i titolari di un’azienda agricola con 60 anni di esperienza alle spalle. Timori questi, riconducibili alla paura di come una possibile edificazione selvaggia possa invalidare la salubrità aziendale e compromettere il loro lavoro e dei propri figli. Scoraggiati dalle elevate imposte i proprietari potrebbero a questo punto anche decidere di costruire sui terreni che di fatto sono edificabili, o anche vederli a chi vuole costruire. 

“I cittadini – fanno sapere dall’Adoc Molise – richiamano le istituzioni locali a prestare attenzione alla questione di carattere sociale, in cui il Molise oltre ad avere un tasso di disoccupazione giovanile al 38.8%, si presenta come una delle Regioni in Italia che ha la più alta tassazione. Alcuni dei proprietari hanno piccoli siti commerciali insediati nella stessa area, per questo già sostengono il pressante carico fiscale che l’attività comporta. Ma un’eventuale azione coercitiva da parte dell’Agenzia della riscossione per l’inadempimento Imu sui terreni li porterebbe a perdere l’immobile e quindi a cessare il lavoro, loro e dei propri figli. Nella prospettiva di un Molise che si svuota perché i giovani scappano per la carenza di opportunità e di fronte allo scenario di un Molise che invecchia con il più basso tasso di natalità e con oltre il 23% di abitanti over 65, le istituzioni hanno il dovere e il potere di frenare la crisi e di aiutare chi il lavoro lo crea e rischia di perderlo”.

La politica regionale e l’amministrazione comunale” – sostiene il presidente regionale Adoc, l’avvocato Nicola Criscuolinon può restare sorda al grido di aiuto dei cittadini del Comune molisano. Il valore venale dei terreni siti nella zona industriale deliberato dal Consiglio Comunale è evidentemente ingiusto ed eccessivo. Terreni che sono edificabili solo su carta, ma di fatto sono e restano agricoli. Continuare su questa strada porterebbe a ridurre sul lastrico tantissimi cittadini”.

Redazione

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