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Aborto: il Molise pronto a seguire l’esempio del Lazio, ma nel Belpaese il concorso dei ginecologi non obiettori fa discutere

L'Ospedale 'Cardarelli' di Campobasso
L’Ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso

In Molise c’è un solo medico non obiettore di coscienza a praticare l’interruzione di gravidanza e, ora che il tema torna alla ribalta delle cronache nazionali, dal governatore Frattura arriva un’apertura che potrebbe un giorno portare la piccola regione a seguire l’esempio del vicino Lazio. “Abbiamo 312mila abitanti e per adesso, con un medico strutturato, rispondiamo alla domanda. Se però ci trovassimo in difficoltà il concorso potrebbe essere una strada”, sono state infatti le dichiarazioni del numero uno del Molise rilasciate a ‘La Repubblica’ in un articolo apparso in seconda pagina.

La strada da seguire indicata dal presidente della Giunta regionale del Molise potrebbe, dunque, essere un giorno quella della Regione Lazio, dove tramite concorso indetto dalla Regione, all’ospedale San Camillo di Roma sono stati assunti due ginecologi, vincitori di un bando che, per la prima volta, è stato destinato a chi non vuole fare obiezione di coscienza.

Inutile dire come la notizia abbia aperto il dibattito e sollevato polemiche da parte del mondo cattolico, nonché del Movimento per la Vita e la Cei, che hanno sottolineato il diritto costituzionale all’obiezione.

Dal canto suo è stato proprio il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, a evidenziare come bisogna affrontare il tema della Legge 194 che “altrimenti verrebbe disattesa”. Sul caso è intervenuto anche il ministro della salute Beatrice Lorenzin, in disaccordo con Zingaretti. “Non bisogna esprimere pensieri, ma semplicemente applicare la legge, in cui l’obiezione di coscienza è rispettata nel nostro Paese. Tra l’altro quando si fanno le assunzioni e i concorsi, non mi risulta che ci siano dei parametri che vengano richiesti”, sono state le parole della Lorenzin, alle quali hanno fatto eco quelle del direttore del San Camillo, Fabrizio d’Alba. “I vincitori del bando – ha detto quest’ultimo – per i primi sei mesi non potranno optare per l’obiezione di coscienza. Ma se la legge 194 tutela l’accesso delle donne a questo servizio, d’altro canto tutela anche il diritto di obiezione di coscienza. Dunque è sempre possibile che, nel tempo, il medico cambi idea. Noi abbiamo cercato di contrastare questo problema a monte: chi partecipa a questo tipo di procedura dedicata ha già affrontato questo dilemma con se stesso e ha fatto una scelta”. Il concorso, escludendo coloro che sono obiettori è stato, invece, definitodi dubbia legittimità” dal presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli.

Insomma, nel Belpaese il dibattito è aperto e al caso Lazio si interessano anche le altre regioni, molte delle quali, così come il Molise, lasciano una strada aperta a tale opzione. Si tratta di realtà, come ad esempio la Sicilia, numericamente in difficoltà per assicurare l’interruzione volontaria di gravidanza. Chiusura arriva, invece, dalla Lombardia e dalla Lega, mentre non c’è stata alcuna critica sull’impostazione del concorso da parte del sindacato dei ginecologi Fesmed.

Guardando al Molise, una cosa è certa ed è quella che in una piccola regione in cui 9 su 10 sono i medici obiettori, cosa accade nel vicino Lazio va certamente guardato prestando maggiore attenzione.

fab.abb.

 

 

 

 

Redazione

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