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Il mese di Maria 

Il mese di maggio

E’ un tempo speciale per contadini, innamorati e poeti che, ai primi luminosi tepori, risveglia in tutti un palpito nascosto di gioia… Se “aprile è il più crudele dei mesi” (T.S. Eliot), illude che sia arrivato il bel tempo, maggio fa dimenticare che madre natura possa essere anche “matrigna” (Leopardi).

La realtà materiale può deludere e l’emozione mentale illudere: qualcosa di grande e vero che germina nel profondo dà sempre letizia. Ogni fragile pianta, per un principio interno, risponde al comando del sole che risorge e buca il terreno o la corteccia; anche l’essere umano, sin dall’inizio, possiede lo stimolo che l’attrae a crescere verso l’alto, l’oltre da sé, l’Altro.

Il mistero della rinascita

Per questo, per tutti i popoli, il mistero della rinascita ha avuto sempre qualcosa di sacro, di attinente all’essere più intimo dell’uomo: l’immagine di sé impressa dal suo Creatore, per chi crede. Il fascino struggente della natura, avvincendo lo sguardo, suggerisce che una Bellezza infinita è possibile e dev’essere anche Bontà: Kalòs kai agatòs dicevano gli antichi greci, non può essere malefica, è destinata a vincere il male, il decadimento della natura fisica ed umana.

In primavera, avviandosi incontro alla cugina incinta come lei, Maria di Nazareth prorompe in un canto rivoluzionario: magnifica con tutta l’anima l’autore del creato, esulta di gioia nel Dio di misericordia che salva deponendo superbi e potenti ed esaltando gli umili, che si prende cura perché non dimentica le sue promesse. È il canto dell’eterna giovinezza, il più lieto dei canti di primavera perché abbraccia tutte le realtà: fisica e biologica, ideale ed artistica, morale e soprannaturale.

Nel grembo di Maria due nature, fisica e soprannaturale, si sono ritrovate unite nell’unica realtà di una Persona divino-umana, il piccolo Agnello, Gesù di Nazareth, destinato a morire ma risorgere.

“In te si rallegra ogni creatura” è il titolo di tante icone che in Maria, col Bambino al centro del cosmo e della storia umana, vedono il luogo d’incontro di realtà spirituali e fisiche. La Primavera di Botticelli è una giovinetta bellissima ma irreale… davanti alle immagini della Vergine Madre, Tutta bella, l’animo si rassicura: la promessa di felicità della splendida natura che non sa di perire, si fa speranza certa per la nostra sapiente stirpe mortale.

È giusto quindi rallegrarsi a maggio, “universale fantastico” (Vico) delle bellezze promesse dalla vita e dall’amore che la genera. E perciò è bello dedicare questo mese a Lei, come farebbe un umile innamorato: “Tu se’ Colei che l’umana natura nobilitasti sì, ch’el suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura”.   

Rosalia Azzaro Pulvirenti

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