Cultura

A Tenerife per sfuggire alla pressione fiscale. Sempre più molisani scelgono le Canarie: meno tasse e meno integrazione

tenerife-nss-02CRISTINA SALVATORE

Continua inarrestabile l’emorragia di italiani che decidono di lasciare il Belpaese in cerca di fortuna all’estero. I dati riportati dalla Fondazione Migrantes, parlano di un flusso migratorio di proporzioni elevatissime che ha interessato, e interessa tutt’oggi, anche la regione Molise. Nell’anno 2015 ad iscriversi all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono stati 716 molisani,  mentre, nel 2016, il numero è cresciuto esponenzialmente toccando cifre come 82.579 iscritti. Dal database della Fondazione si apprende come dal 2006 al 2016 la mobilità italiana sia aumentata del 54,9% passando da poco più di 3 milioni di iscritti a oltre 4,8 milioni. Un incremento che ha riguardato non solo paesi come l’Argentina, la Germania, la Francia e la Svizzera ma anche la Spagna (+155,2%) e il Brasile (+151,2%).

Una massiccia emigrazione che sta interessando uomini e donne da tutta Italia, di tutte le fasce d’età, indistintamente, e che non riguarda più solo i giovani.

Chi decide di abbandonare lo Stivale lo fa principalmente per l’impossibilità di sostenere la pesante pressione fiscale, cercando così di trovare riparo in quei paesi in cui è ancora possibile investire danaro e poter vivere dignitosamente con i pochi soldi messi da parte nell’arco di una vita. La ricerca di un lavoro è alla base delle migrazioni da parte dei più giovani così come il desiderio di poter fare esperienza all’estero per poi sperare di rientrare un domani in Italia. Ma una delle mete più gettonate dai molisani è proprio la Spagna, in particolare le sue Isole Canarie che, situate in una Zona Ultra Periferica, sono caratterizzate da tassazione ridotta rispetto agli altri stati dell’Unione Europe, e, pur non essendo un  paradiso fiscale, offrono però molteplici vantaggi.

Alle Canarie si applica la totalità delle politiche comunitarie, ma la particolare posizione geografica delle isole permette loro di beneficiare di una serie di normative molto favorevoli se paragonate al resto d’Europa. L’arcipelago, per essere più chiari, proprio per via di uno speciale regime fiscale volto a favorire l’attività economica, offre grande opportunità all’iniziativa privata e imprenditoriale di chi vuole investire in queste aree.

Ma la situazione, da qualche anno a questa parte, è andata complicandosi per via di una sorta di invasione da parte del popolo italiano a cui hanno fatto seguito delle valutazioni non proprio positive espresse dai residenti e dagli stessi immigrati italiani di vecchia data. Ad esempio, esiste una pagina social, creata appositamente per segnalare situazioni spiacevoli messe in atto dai nostri connazionali a Tenerife – una delle isole che compongono l’arcipelago spagnolo, il cui nome è tutto un programma: “Troppi italiani a Tenerife”. Per capire quale sia la situazione reale e il tenore delle discussioni, basta leggere i post pubblicati dagli utenti o i relativi commenti, che contengono una serie di consigli sul comportamento da tenere nel momento in cui si incappa in un italiano. Spesso sono gli stessi connazionali a mettere in guardia i turisti dal fidarsi degli italiani, o lamentare un modello di vita poco tollerato in Spagna, ma all’ordine del giorno nello Stivale. Insomma, nel 2017, per provare il brivido della difficile accettazione e ardua integrazione, non resta che recarsi a Tenerife dove, ormai, solo nella parte Sud si contano quasi ventimila italiani registrati più altri in attesa di trasferimento.

 

Redazione

CBlive

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