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Campitello Matese, il giornalismo ambientale al servizio del territorio: dal confronto sulla Carta di Pescasseroli nuove prospettive per il Parco Nazionale del Matese

Si è svolto lo scorso 25 ottobre, presso il Centro Polifunzionale “La Piramide” di Campitello Matese, nel territorio del Comune di San Massimo (Campobasso), un incontro di alto profilo dedicato alla comunicazione ambientale e al percorso istitutivo del Parco Nazionale del Matese. L’iniziativa, organizzata dall’Ordine dei Giornalisti del Molise in collaborazione con il Corecom, ha rappresentato un importante momento di formazione e di approfondimento tecnico-normativo, finalizzato a chiarire gli aspetti procedurali connessi alla piena costituzione del nuovo Ente, già definito con il decreto ministeriale del 22 aprile 2024, firmato dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di San Massimo, Alfonso Leggieri, che ha sottolineato la necessità di rilanciare la nota località matesina non più soltanto come meta sciistica invernale, ma come centro propulsore di un turismo naturalistico e culturale diffuso, si sono susseguiti gli interventi del giornalista Vincenzo Cimino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise, e di Domenico Rotondi, coordinatore dell’associazione culturale Togo Bozzi. Cimino ha evidenziato il valore metodologico della Carta di Pescasseroli – documento redatto nel 2022 dagli Ordini dei Giornalisti di Molise, Abruzzo e Lazio, in occasione del centenario del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – quale riferimento imprescindibile per una comunicazione ambientale fondata su obiettività, chiarezza e responsabilità. Il presidente dell’ODG Molise ha inoltre espresso la disponibilità dell’Ordine a collaborare con il Comitato di Gestione Provvisorio del Parco, presieduto dall’avvocato Andrea Boggia di Piedimonte Matese, al fine di rafforzare il dialogo tra istituzioni e informazione nel territorio matesino. Il confronto ha assunto particolare rilievo anche alla luce dell’iter normativo che, a partire dalla legge istitutiva del 2017, ha portato al riconoscimento ufficiale del Parco Nazionale del Matese. Il provvedimento ha previsto una dotazione finanziaria iniziale di 300 mila euro per il 2018 e di due milioni di euro annui a partire dal 2019, per un totale di circa trenta milioni di euro che i Comuni matesini non hanno ancora potuto utilizzare pienamente. Si tratta di una tappa decisiva per la valorizzazione dell’Appennino sannita e molisano, che potrà ora contare su nuove opportunità in termini di tutela ambientale, ricerca scientifica e sviluppo sostenibile.

Durante la sessione formativa, il giornalista e tecnico dell’Università del Molise Massimo Mancini ha illustrato le peculiarità geologiche e naturalistiche del massiccio matesino, evidenziando il ruolo strategico della biodiversità locale e l’importanza delle formazioni carsiche presenti nel sottosuolo. Tali elementi, ha spiegato, rappresentano un patrimonio scientifico e ambientale di valore nazionale, meritevole di una più adeguata tutela e valorizzazione.

L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata al dibattito sui benefici attesi per le comunità locali, inizialmente preoccupate per le possibili limitazioni alle attività produttive. Dai lavori è invece emersa una visione positiva: il Parco, garantendo un contesto di tutela e legalità, potrà rafforzare la competitività dei prodotti agroalimentari tipici – dai formaggi al miele, fino alle carni – offrendo ai consumatori la garanzia di una provenienza certificata e di qualità. Come sottolineato dai relatori, il Parco del Matese non sarà soltanto un presidio di conservazione naturalistica, ma anche un laboratorio di sviluppo sostenibile e di comunicazione responsabile, dove l’etica giornalistica e la tutela del territorio si incontrano per costruire un futuro più consapevole, partecipato e rispettoso delle identità locali.

Redazione

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