#Pubblico6Tu: dai servizi pubblici locali la mobilitazione in vista della manifestazione dell’8 novembre

manifestazione 8 novembreAnche il Molise si mobilita: sono iniziati, infatti, gli attivi unitari di Cgil, Cisl e Uil e conseguentemente le assemblee in  Regioni, Comuni, Province e Camere di Commercio con Gazebo informativi alla popolazione, per il confronto aperto tra lavoratori dei servizi pubblici e cittadini sulla riforma Pubblica Amministrazione. Una discussione che è mancata con il Governo Renzi, in special modo con la Ministra Madia, su una riforma necessaria al Paese, quella della riorganizzazione dei servizi di pubblica utilità. In attesa della manifestazione nazionale dell’8 Novembre, sabato 18 ottobre, Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa saranno nelle piazze delle città di Isernia, Campobasso e Termoli per informare e sensibilizzare i cittadini sul lavoro di chi offre servizi,  tanto nell’ambito pubblico quanto in quello privato. Maestre, educatori, tecnici, polizia locale, operatori di front-office, funzionari, amministrativi, insieme ai lavoratori di tutti i servizi pubblici locali porteranno in piazza, (fuori dall’orario di lavoro), la loro professionalità. Con i cittadini si confronteranno su una crisi di sistema che rende tutti più deboli e più soli.

L’austerità negli anni della crisi ha logorato la tenuta delle nostre reti di welfare locale, con tagli pesantissimi (oltre 30 miliardi di euro in 5 anni). Le politiche di contenimento della spesa per il personale hanno poi ridotto fortemente, quando non pregiudicato, la capacità del sistema pubblico di rispondere alle esigenze di cittadini, famiglie e imprese, punendo inutilmente lavoratrici e lavoratori a cui è stato negato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Quando è invece dalle professionalità che bisogna ripartire per costruire servizi più veloci, più attenti e più vicini alle persone.

I cittadini chiedono un cambiamento. I lavoratori di Comuni, Province e Regioni sono i primi a volerlo. Nella spesa delle autonomie locali: quasi  la metà, il 45%, finisce nella cosiddetta “spesa intermedia” in acquisti, appalti, incarichi, mentre i redditi da lavoro dipendente pesano solo per il 29%, inoltre entro il 2018, secondo il DEF 2014, la spesa crescerà di circa 8 miliardi, trascinata dai consumi intermedi (più 10 miliardi), mentre quella per il personale scenderà ancora di oltre mezzo miliardo. Il tutto mentre le tasse locali continuano a crescere.

Il personale diminuisce e non riesce a ingranare la paventata “staffetta generazionale” pur se i servizi pubblici locali hanno subito una riduzione del personale del 7% circa. E da qui al 2018 il turn-over promesso dal Governo si risolverà in un nuovo taglio di oltre 12mila lavoratori, continuando a tagliare sui servizi alla cittadinanza e, come di consueto, senza alcuna riduzione degli sprechi.

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