Riccia e Jelsi, venerdì i segreti dell’agricoltura del futuro

Crescita, sviluppo, risparmio, sostenibilità, futuro. Sono le parole-chiave della semina su sodo, una tecnica agronomica che sarà al centro di un focus a Riccia e a Jelsi venerdì 16 maggio. Approfondimenti, riflessioni, dibattiti. E ancora esposizioni, visite a campi di orzo, favino e frumento duro, e la scoperta dei segreti che ruotano intorno alla Semina su sodo. I vantaggi di questa tecnica? Fare agricoltura, usando meglio l’acqua e migliorando la qualità di vita degli agricoltori; di coltivare frumento, foraggio, mais e ogni altro tipo di seminativo senza più arare la terra; di produrre risparmiando l’80% del tempo e dell’energia; di usare il suolo senza generare fenomeni di erosione e di dissesto.

L’evento, coordinato dal dott. Danilo Marandola, direttore dell’Aipas (Associazione Italiana Produttori Amici del Suolo), sarà condito dall’accompagnamento e l’esperienza di due soci molisani Aipas: Mario Vena, imprenditore agricolo, e Gabriele Maglieri, giovane imprenditore agricolo, amministratore del Comune di Riccia e membro dell’Anci Giovani.

Venerdì il ritrovo alle ore 9 a Riccia in piazza Santuario del Carmine e con un caffè di benvenuto, presso il campo di orzo coltivato in semina su sodo.

Alle 10,30 partenza in bus direzione Jelsi, dove alle 11 ci sarà il ritrovo presso il Bar Pizzeria “Hackerhause”, presso parco Valle del Cerro, e successivamente la visita all’esposizione di seminatrici da Sodo e macchine agricole. Alle 11,30 partenza in bus per il tour di visite ai campi.

Alle ore 15, presso la sala consiliare di Jelsi, il seminario-dibattito sulla “Semina su sodo: opportunità per una competitività sostenibile”. Interverranno Danilo Marandola, ricercatore dell’INEA di Roma, nonché direttore dell’Aipas, l’assessore regionale alle Politiche agricole e all’Ambiente, Vittorino Facciolla, il sindaco di Riccia, Micaela Fanelli, e il sindaco di Jelsi, Salvatore D’Amico. Subito dopo, spazio all’approfondimento tecnico su “Le nuove seminatrici da Sodo”, e su “Formulazioni innovative per la nutrizione, protezione e biostimolazione ecosostenibile” .

La Semina su sodo è nata in Argentina già negli anni ’60, e lì viene oggi praticata su oltre 25 milioni di ettari, ben l’80% della superficie dedicata ai seminativi. Un vero e proprio granaio quello argentino, che ‘sforna’ ogni anno 100 milioni di tonnellate di granella di soia (50%), mais (25%), frumento (15%), girasole (5%) e sorgo (5%). Tutte rigorosamente prodotte senza arature, erpicature, fresature.

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