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Cronache marziane / Da fatti realmente accaduti in Molise, una ironica quanto improbabile serie di eventi a catena nell’ultima settimana

MOLISECRISTINA SALVATORE

Tanti sono gli avvenimenti che hanno interessato il Molise in questi ultimi giorni. Fatti di cronaca, manifestazioni di piazza ed eventi che si sono susseguiti l’uno dopo l’altro, inesorabilmente, creando vere e proprie reazioni a catena. Un fenomeno che cercherò di illustrare brevemente per rendere più chiaro il quadro complessivo di una situazione che, altrimenti, risulterebbe incomprensibile.

Tutto è nato dalla rapina alle poste di San Giuliano di Puglia: “Due persone con casco in testa –  quello che si apprende dalle testate giornalistiche –  hanno sottratto 700 euro”. Bene, pochi sanno che la somma derubata serviva per acquistare un vitello intero da fare allo spiedo in piazza Municipio a Campobasso. Evento  riuscito alla perfezione dato che tantissimi cittadini hanno affollato le vie del capoluogo molisano per poterne assaggiare una parte. Il problema è che, per riuscire a rintracciare gli autori del furto – con il cui ricavato si è appunto acquistato l’animale poi cotto arrosto – il comando regionale dei Carabinieri in Molise, da solo, non è bastato. Per questo motivo, a settembre, con molta probabilità sarà accorpato a quello dell’Abruzzo, onde evitare che in futuro episodi del genere possano ripetersi.

Ma andiamo avanti. Dopo essere tornati a casa con la pancia piena, il cuore gonfio di gioia e le vene intasate dal colesterolo, in molti si sono sentiti male e hanno così deciso di recarsi al Pronto Soccorso più vicino, constatando (ahi noi) la totale assenza di posti letto e la desolante carenza di personale. Ad Isernia, per questo motivo, un settantenne è stato denunciato a piede libero perché pareva promettesse assunzioni – probabilmente cercando di reclutare personale infermieristico di sesso femminile e di avvenente presenza – in cambio di rapporti sessuali.

A quel punto esplodeva la manifestazione di piazza: “Più di cinquemila persone hanno preso parte al corteo in difesa della sanità pubblica che si è tenuta a Campobasso”, riportava l’Ansa. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, vista l’aria che tirava, decideva quindi di non recarsi più in Molise (come invece aveva annunciato in precedenza) e di spostare la visita in tempi più sereni lasciando che, a sbrigarsela con la furia della folla, fosse il governatore Paolo Frattura in persona.

Intanto, una delle papabili infermiere che si era recata a colloquio con il 70enne denunciato ad Isernia, accusato di promettere lavoro in cambio di favori sessuali, scopriva di essere rimasta incinta. Residente a Temoli, la donna decideva di recarsi al “San Timoteo” per sottoporsi ad una interruzione volontaria di gravidanza, salvo poi fare i conti con la coscienza di tutti i ginecologi della struttura che le negavano questa possibilità. Si viene successivamente a sapere, attraverso le dichiarazioni della malcapitata, che al ‘Cardarelli’ di Campobasso “è presente un solo ginecologo abortista ma che sta andando in pensione”.  La storia giunge nelle mani del programma satirico “Striscia la notizia”, in onda ogni sera sulla rete ammiraglia di Mediaset, che lascia intendere (non troppo velatamente) che “tra obiettori di coscienza e carenza di personale medico, chi deve mettere da parte il proprio ‘diritto di poter scegliere’ è senza dubbio la donna”. Le donne.

Quando ha sentito la notizia in televisione, il leader e fondatore del Partito Radicale, Marco Pannella, è morto sul colpo. Uno dei politici più longevi, sopravvissuto a scioperi della fame e della sete duri e interminabili, il “leone d’Abruzzo”, come veniva chiamato dai suoi compagni di squadra, non ha retto alla notizia. Si era battuto tutta una vita, con le unghie e con i denti, per le più importanti conquiste civili come il divorzio e il diritto delle donne di abortire fuori dalla clandestinità. Uno dei pochi che aveva capito che al gentil sesso di tutto il mondo accadono, quotidianamente, tragedie immani. Tragedie che chi ha avuto la fortuna di nascere uomo e pure dalla parte giusta del creato, ha il dovere di fermare, senza giudicare. Perché nessuno può capire, se non una donna con tutta la sua immensa complessità interiore e tutte le difficoltà di genere a cui è sottoposta (per il solo fatto di essere per tanti benpensanti una ‘futura mamma e donna di casa’), quanto sia dolorosa una scelta così atroce.

Un’esperienza devastante che con le conoscenze di oggi, viene accompagnata da terapie farmacologiche e supporti psicologici. Perché, cari tutti, dopo un aborto, spesso alle donne viene negato il diritto alla sofferenza, quella sofferenza che un lutto trascina e che andrebbe sempre esternata e affrontata per poterla rendere un minimo più sopportabile. Il dolore che accompagna una donna che si vede costretta, per mille motivi personali e delicatissimi, a dover scegliere di portare a termine una gravidanza, è plurimo: oltre all’embrione, lei (e solo lei) sa che perderà anche l’immagine che ha sempre avuto di sé stessa.

Redazione

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