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Il maltempo non frena l’entusiasmo per il Presepe vivente. Nel centro storico scene di vita degli anni ’50

presepe città viva inaugurazioneIl clima rigido non ha spaventato i numerosi campobassani che ieri sera, sabato 27 dicembre, hanno voluto assistere all’ottava edizione del Presepe vivente promosso dall’associazione ‘Città Viva’ nel centro storico di Campobasso, all’interno del cartellone ‘Il Natale sotto le stelle’, organizzato dal Comune. La manifestazione sarà riproposta anche questa sera a partire dalle 17.30, ingresso da Porta Mancina.

Un’edizione insolita e affascinante al tempo stesso, che per le vie del borgo antico ha voluto raccontare scene di vita dei favolosi anni ’50. Un vero e proprio tuffo in un passato recente, di cui molti hanno ricordi ancora molto vividi.

I quadri viventi hanno riproposto nei suggestivi vicoli del capoluogo un momento storico davvero particolare, dove le persone, sulle macerie del conflitto mondiale, hanno provato a rigenerare la normalità, alla quale ha fatto poi seguito un periodo particolarmente favorevole a livello economico e sociale.

Unica eccezione quella fatta per la scena più importante, ovvero quella della natività, ambientata nel ’700 campobassano a Palazzo Cannavina.

Presepe Vivente di Campobasso: tutti i figuranti
Presepe Vivente di Campobasso: tutti i figuranti

18, inclusa la natività, le tappe proposte per l’ottava edizione del Presepe vivente: il ristorante dall’Abruzzese, concorso ‘La più brava, la più bella – Abruzzo e Molise’, fierr viecch, u’cinciu-naro, ambulatorio di ginecologia, la lattaia, il mercato coperto, Liberuccio u’ spazzino, scuola media Francesco D’Ovidio, assegnazione case popolari, balli a casa Di Fiore a Piazza dell’Olmo, nascita della Regione Molise, ‘Chierì Moda’ di Nuccia Cardelio, il barbiere Ciccillo Branca, il gruppo sportivo Virtus, dopo Carosello… tutti a nanna, la vigilia di Natale da Cenzina.

Insomma, si tratta di un percorso che più che essere raccontato nei dettagli, va vissuto, affinché lo stesso ottimismo di quegli anni, in cui le brutture della guerra iniziavano a essere lontane, possa in qualche modo tornare a insediarsi nelle coscienze di oggi, dove il futuro troppe volte fa paura.

 

 

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