Comune

Il registro delle unioni civili divide la maggioranza di Palazzo San Giorgio. A novembre la proposta in Commissione. Durante: “Una battaglia di civiltà”. Ambrosio provocatorio: “Ripristiniamo il diritto della prima notte”

registro_unioni_civiliFABIANA ABBAZIA

Era il mese di ottobre 1993 quando il Comune di Empoli si dotò, per la prima volta in Italia, del registro delle unioni civili. A seguire l’esempio della città toscana sono state, in anni più recenti, numerose altre amministrazioni comunali del Belpaese. Un elenco nel quale figurano realtà come Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Palermo e Cagliari. Ora, in un momento in cui il tema torna in auge al Governo, dove la maggioranza si dimostra poco compatta, a proporre di seguire l’esempio di Empoli e di numerosissime altre realtà italiane, ci ha pensato il consigliere comunale di ‘Possibile’, Michele Durante, eletto tra le fila della maggioranza del primo cittadino del capoluogo.

La proposta di regolamento, per istituire il registro delle unioni civili anche al Comune di Campobasso, – ha fatto sapere l’esponente di Palazzo San Giorgio – approderà in commissione Politiche Sociali il prossimo 5 novembre e poi sarà sottoposta al voto del Consiglio comunale. Il Governo – ha proseguito – doveva calendarizzare in Parlamento la proposta di legge entro il 15 ottobre scorso, ma non l’ha fatto a causa della confusione, di proposte e posizioni politiche, che regna nella maggioranza. Tuttavia – ha precisato Durante i Comuni possono istituire il registro delle Unioni Civili e questo è il momento opportuno per farlo anche in Consiglio comunale a Campobasso per riconoscere lo status e i diritti affettivi, economici e patrimoniali delle coppie di fatto che attendono da tempo di vedere soddisfatta la loro richiesta a livello locale, come da impegno preso in campagna elettorale. Si tratta – ha concluso il consigliere comunale di Possibile – di una battaglia di civiltà e di diritti in una società che nel tempo ha visto nascere e crescere esigenze diverse. Ed è per questo che negare i diritti e la dignità, in nome di visione rigida e ultraconservatrice, sarebbe una ferita per tutta la comunità”.

Immediata la risposta del consigliere Michele Ambrosio, pure eletto tra le fila della maggioranza. “Alla proposta provocatoria di Durante sulle unioni civili rispondo con altrettanta provocazione di ripristino dello jus primae noctis (diritto della prima notte di nozze ndr)”.

“Se si vogliono le unioni civili – ha rimarcato Ambrosio – allora si modifichi l’articolo 29 della Costituzione Italiana o, si prende la residenza in un’altra nazione. Magari dove è consentita anche la poligamia.”

Nel dibattito che a livello locale, così come a quello nazionale, infiamma la maggioranza, e sul quale ad interrogarsi sono anche i giovani del Pd del capoluogo, si inserisce anche l’esponente di Democrazia Popolare, Francesco Pilone, difensore della famiglia naturale. “Quella delle unioni civili, – dice – è una questione che viene sovradimensionata. In Italia tutti i diritti personali riguardanti anche le persone omosessuali sono riconosciuti. Quello che manca – sottolinea Pilone – è un serio e duraturo sostegno alla famiglia tradizionale, nei confronti della quale le istituzioni pubbliche continuano a riservare una scarsa considerazione”.

“Lasciate che di queste cose se ne occupi Roma, voi pensate al bene della famiglia”, ha detto ancora Pilone citando le parole pronunciate dall’arcivescovo Bregantini, durante la sua visita al Consiglio Comunale di Campobasso. Una frase utilizzata dall’esponente di Democrazia Popolare per rimarcare come si “andrebbe malauguratamente ad approvare un registro che non ha alcun valore giuridico”.

 

Redazione

CBlive

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button