Centri antiviolenza, il consigliere regionale Filippo Monaco presenta una interrogazione

La gatta frettolosa fa i gattini ciechi recita un detto popolare. E, se penso a questa affermazione e la accomuno ad alcune situazioni che riguardano il nostro Molise, mi verrebbe proprio da dire  che dovremmo avere tutti una vista bionica!” è sarcastico il commento del vicepresidente del consiglio regionale Filippo Monaco sviscerando la questione dei Centri Antiviolenza regionali.

“Abbiamo una legge regionale che è in piedi dall’ottobre del 2013 che sancisce l’attivazione e l’istituzione dei Centri Antiviolenza al fine di prevenire e contrastare ogni forma di violenza di genere ed è praticamente da otto mesi che non si riesce a rendere efficace tale disposto normativo. Ora, io capisco che la fretta è cattiva consigliera, ma credo che adesso siano stati superati tutti i limiti temporali possibili. Un Tavolo di coordinamento che viene rimbalzato dalla Giunta all’Assessorato ed anche al contrario; fondi ministeriali che escludono il Molise dai finanziamenti; ed a nulla servono le sollecitazioni di altri colleghi o della consigliera di Parità Regionale: tutto resta immobile e fermo ed io mi chiedo “Perché?”

“Per questo motivo ho inteso rivolgere le mie considerazioni direttamente agli organi amministrativi competenti, inviando quindi una interrogazione al Presidente della Regione e all’Assessore alle Politiche Sociali, perché una volta per tutte abbiamo il diritto di sapere perché le leggi vengono approvate e poi restano null’altro che parole nere su fogli bianchi. Gli impegni che si prendono vanno rispettati, specie se parliamo di un tema assai sensibile e sempre più alla ribalta delle cronache come la violenza perpetrata ai danni delle donne”.

“Nella mia interrogazione chiedo dunque a Frattura e a Petraroia di spiegarmi come mai, a distanza di ulteriori quattro mesi dalla sollecitazione dei consiglieri Ioffredi e Ciocca, ancora non viene istituito il Tavolo di Coordinamento di cui all’art.9 della l.r. 15/2013; quali sono i centri antiviolenza già esistenti sul territorio della Regione Molise e, tra questi, quali rientrano nella Rete Nazionale Antiviolenza – quelli che, in pratica, rientrano direttamente nel quadro di finanziamento da parte del governo centrale;  come mai il Dipartimento per le Pari Opportunità, nella proposta di riparto dei fondi contro la violenza sulle donne trasmessa alla Conferenza della Regioni, non ha inserito il Molise nel suddetto piano di riparto e, se possibile, sapere chi ha partecipato ai lavori del Dipartimento, conoscere, in pratica, chi ha avallato i nostri diritti in sede nazionale”.

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