I consiglieri nazionali dell’Ordine dei Giornalisti si rivolgono ai parlamentari molisani: la riforma va verso lo smantellamento della categoria

I giornalisti Cosimo Santimone e Vincenzo Cimino
I giornalisti Cosimo Santimone e Vincenzo Cimino

La riforma dell’Ordine dei Giornalisti inserita nella proposta di legge di iniziativa dei deputati Pd (Rampi e Coscia, Rotti, Buonaccorsi, Piccoli, Nardelli ed altri), avente ad oggetto “Istituzione del fondo per il Pluralismo e l’innovazione e dell’Informazione, e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria”, sta creando le premesse per lo smantellamento dell’istituzione che, dal febbraio 1963 ha retto le sorti (fungendo provvidenzialmente da organo di disciplina e di autogoverno), della nostra categoria. Ad affermarlo, in una nota stampa, i consiglieri nazionali molisani dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Cimino, Pietro Eremita e Cosimo Santimone.

La suddetta proposta di legge punta, tra l’altro, a una drastica riduzione delle componenti interne al Consiglio nazionale dell’Ordine, inizialmente a 18 membri, successivamente a 36 unità (che tolti i colleghi del disciplinare, vedrebbero la rosa comunque a 24).

Tale smembramento oltre a non poter garantire tutte le operatività istituzionali dell’Ente nelle sue varie diramazioni e attività, non garantirebbe una corretta ed equanime territorialità delle rappresentanze, attesa la proporzionalità di esse in ragione del numero degli iscritti.

Va da sé che le regioni con minor numero di essi (la gran parte delle attuali presenti in Consiglio, a partire dal Molise), perderebbero la propria rappresentanza in seno al Cnog e vedrebbero un listone nazionale e non circoscrizioni regionali.

Fin dal pericoloso esordio della proposta di legge, ci siamo attivati presso i due deputati molisani, Laura Venittelli e Danilo Leva, al fine di dare vita alle giuste interferenze rispetto all’idea devastante dei loro colleghi di Gruppo, chiedendo di sostenere la problematica in Commissione Cultura, segnatamente all’emendamento “Vezzali”, che tentava di ristabilire, quantomeno, il rispetto del diritto di rappresentanza di ogni territorio, portando a 75 il numero massimo di eleggibili nel Consiglio nazionale dell’Ordine.

Ad onor del vero, finora, ad eccezione di un asserito interessamento telefonico del deputato Pd, Danilo Leva (non conosciamo al momento cosa in effetti abbia fatto), la nostra comune problematica, non sembra aver incontrato particolari adesioni. E’ chiaro che la nostra battaglia non si fermerà qui e che nei prossimi giorni intenteremo nuove e più significative azioni di sensibilizzazione, interessando già dai prossimi giorni i due rappresentanti molisani in Senato, Roberto Ruta e Ulisse di Giacomo, sperando in un loro più fattivo intervento, una volta che la proposta di legge sarà giunta a Palazzo Madama, per la sua definitiva approvazione.

Difendere il diritto di sussistenza e di rappresentanza – concludono i tre consiglieri nazionali dell’Ordine dei Giornalisti – è un obbligo di ognuno di noi e per tale ragione, non lasceremo nulla di intentato, prima che il provvedimento di legge giunga alla sua definitiva approvazione. Le nostre richieste sono ovviamente una elezione con circoscrizioni regionali, pari dignità tra professionisti e pubblicisti ed un numero congruo in grado di rappresentare tutti con omogeneità. Si potrebbe mantenere il dettame della legge vigente con 2 professionisti ed 1 pubblicista per regione.

Redazione

CBlive

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