L’assessore Alessandra Salvatore precisa in merito alle accuse sulla presunta esclusione di una bambina diversamente abile dal campus estivo

L'assessore Alessandra Salvatore
L’assessore Alessandra Salvatore

Ha destato scalpore la notizia della presunta esclusione di una bambina dal Campus estivo, organizzando dal Comune di Campobasso, denominato ‘AllegraMente in Comune 2015’, ma l’assessore Alessandra Salvatore non ci sta alle accuse arrivate alla struttura comunale e alle Politiche per il Sociale e, attraverso una nota stampa, precisa quanto segue:

“Alla notizia relativa alla presunta esclusione, per motivi di discriminazione, di una bambina diversamente abile dal Campus estivo ‘AllegraMente in Comune’, organizzato dall’amministrazione comunale di Campobasso, devo necessariamente fare delle precisazioni – scrive l’avvocato del capoluogo -. Il termine “discriminazione”, che ha un significato profondo e particolarmente odioso, con questa vicenda non c’entra nulla. Scorrendo l’articolo e le improvvide dichiarazioni rilasciate dalla madre della bambina (di cui assume ogni responsabilità), ci si rende conto che non c’è, né c’è mai stata, alcuna volontà di escludere la piccola dal Campus per motivi legati alla disabilità, tanto che la stessa ha frequentato fino all’anno scorso il campus comunale, circondata dall’affetto e dalle cure amorevoli di dipendenti ed operatori, che mai immaginerebbero -al pari di funzionari, dirigente ed assessore- di tener fuori un bambino perché disabile e, men che meno, lei, diventata, come dichiarato dalla madre, ‘mascotte’ del progetto. Quest’anno, però, la diagnosi formulata e relativa alla epilessia si è arricchita, per la prima volta, di dettagli nuovi e della prescrizione di un farmaco da somministrare nell’immediato, a fronte di una sintomatologia variabile e non classificata, che solo un medico (neppure il semplice operatore sanitario) può diagnosticare, provvedendo, poi, alla somministrazione del farmaco. Nessun operatore comunale può (non è questione di buona volontà, ma di obblighi giuridici) “interpretare” l’eventuale sintomo manifestato quale sintomo di epilessia e somministrare il farmaco. Gli operatori sono tenuti a chiamare il personale  del 118 e ad attenderne l’arrivo. Questa cosa, spiegata ai genitori, è stata vista dagli stessi con preoccupazione, ritenendo loro che il farmaco vada somministrato subito, senza possibilità di attendere i sanitari. Ai genitori, con cui dirigente ed assistente sociale hanno discusso proprio ieri, sono state prospettate soluzioni alternative (presenza di una persona competente, di fiducia della famiglia, o ricorso a professionisti, sfruttando la riapertura del bando per i voucher regionali). La sospensione  (non c’era stato ancora alcun rigetto) della ammissione al Campus, dunque, ha preso le mosse esclusivamente dalla necessità di adottare misure precauzionali a tutela dell’incolumità della bambina e del personale che lavora per l’amministrazione comunale. La scelta di denunciare una “discriminazione” inesistente ai giornali -se lascia inalterata la volontà dell’amministrazione comunale di trovare una soluzione possibile per la bambina, la cui presenza è, anche quest’anno, più che caldeggiata e desiderata- si è rivelata  profondamente avventata, oltre che ingiustamente denigratoria, e non si esclude di prendere provvedimenti consequenziali  nelle deputate sedi. Mando il mio grazie a tutto il settore della Sicurezza Sociale ed agli operatori del Campus che, ogni giorno, da alcuni anni, fanno passare ore spensierate a tanti bambini, disabili e non, facendo in modo che possano avere gratuitamente le stesse opportunità di gioco e di crescita”.

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