“Marco Ferreri, l’uomo contro”, presentato a Bagnoli del Trigno il libro di Emanuele Pecoraro

Un momento della presentazione del libro a Bagnoli del Trigno
Un momento della presentazione del libro a Bagnoli del Trigno

Nell’ambito delle manifestazioni estive, è stato presentato a Bagnoli del Trigno il volume “Marco Ferreri, l’uomo contro”, Lithos Editrice, a cura di Emanuele Pecoraro.

L’evento, promosso dal Comune di Bagnoli del Trigno, è stato moderato dal giornalista Vincenzo Cimino, consigliere nazionale Ordine giornalisti, ed ha visto la partecipazione del sindaco Angelo Camele e dell’avvocato Alessandra Rossi, esperta di legislazione cinematografica e del diritto d’autore.

Si tratta di un saggio dedicato a un maestro del cinema italiano, in assoluto uno degli autori più originali e dissacranti, che ha consegnato alla storia della celluloide una cospicua serie di capolavori assoluti, da “La donna scimmia” a “Dillinger è morto”, da “L’ape regina” a “La carne”.

Di lui oggi, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, ci si ricorda meno del dovuto e anche quando era in vita non è mai stato fra i cineasti più “venerati”, considerato sia dal pubblico che dalla critica troppo eccentrico, caustico e poco indulgente verso ipocrisie, convenzioni e falsi moralismi.

Il giornalista e neo-regista Emanuele Pecoraro ha avuto l’idea di ricordarlo attraverso l’ideazione di un documentario a lui ispirato. In attesa che si creino le premesse produttive e distributive per realizzarlo, ha deciso di pubblicare questo volume, introdotto dal noto regista e produttore cinematografico Pierfrancesco Campanella e commentato dal Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Vincenzo Cimino, nel quale spiega per filo e per segno come intende confezionare il suo progetto, dalla sceneggiatura al piano di produzione. A corredo della ipotetica opera sono previsti vari spezzoni di 9 film tra i più significativi di Marco Ferreri, quali “La carrozzella”, “Il seme dell’uomo”, “La grande abbuffata”, “Non toccare la donna bianca”, “Ciao maschio”, “Chiedo asilo”, “Storie di ordinaria follia”, “I love you” e “La casa del sorriso”, che saranno inseriti in montaggio, insieme a varie interviste con protagonisti attori, tecnici, maestranze ed anche gente comune.

Forse per ricordarci un’epoca vicina nel tempo ma antidiluviana nella memoria, in cui esisteva un cinema italiano corrosivo e “contro”, nel quale bastava anche un solo intellettuale dall’unghia affilata per grattare via le false certezze del modernismo, mostrandoci impietosamente la scimmia dietro l’uomo ed il nulla dietro la scimmia.

Perché una cosa è certa: Ferreri fa parte del patrimonio culturale della nostra Nazione ed appartiene quindi a tutti noi. Anche se qualche volta fingiamo di dimenticarcene.

Temistocle Emanuele Monti

Redazione

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