Mauro Sasso, segretario confederale Uil, sulla Gam: “Dalla Regione inaccettabili cambi di direzione”

Di seguito il commento del Segretario Confederale della Uil, Mauro Sasso, riguardo le ultime iniziative della Regione Molise che hanno interessato la filiera avicola molisana.

“Manca completamente un’idea forte, un’analisi dei problemi, una chiara identificazione della soluzione e la scelta di un percorso coerente per giungere ad un risultato. Del Presidente “tentenna” e dell’andamento ondivago dall’amministrazione regionale non ne possiamo davvero più. Una settimana fa tutti impegnati a coniugare “il lavoro” con la necessità di ricercare attenzioni da parte del livello nazionale perché il Molise non può essere lasciato da solo nella sua marginalità territoriale e nelle sue difficoltà economiche, produttive, occupazionali e sociali. Per questo, martedì scorso, anche il sindacato ha valutato positivamente i contatti intrapresi dalla Regione con il Ministero dello Sviluppo Economico. A breve, infatti, si potrà aprire il tavolo di confronto per la dichiarazione dell’area di crisi Venafro-Bojano ed i lavoratori sono pronti a partire per Roma per dare forza e conseguire questo obiettivo (e sperano di non essere i soli a mobilitarsi), mirando ad ottenere i 200 milioni di euro reperibili fra fondi europei, nazionali e regionali, per attirare investimenti, così da affrontare il problema occupazionale e le crisi di grandi gruppi e comparti industriali, tra cui Ittierre, settore auto e Gam. Venerdì, dopo 48 ore, invece, vediamo il Presidente “tentenna” che racconta al mondo che le cooperative sono l’unico modo per far ripartire il settore avicolo, che la Regione i soldi ce li ha e ce li mette, che occorre cambiare mentalità perché l’intero paese sta aspettando i polli “Made in Molise” e che con le cooperative, appunto, tutto si rimette  in moto, subito. Come altre volte, in altre circostanze, ci troviamo nuovamente  dinanzi ad  idee in libertà  semplici e deboli, mere ipotesi laddove servirebbero idee forti: in sintesi incertezza e insicurezza accanto a comportamenti non coerenti ad un disegno strategico quanto mai necessario. Sintetizzando, la storia recente è questa: un giorno il sindacato coinvolto nei confronti e quello dopo lasciato fuori dalla porta, un giorno i lavoratori da salvaguardare e un altro i lavoratori che devono metterci del loro per continuare ad avere un posto di lavoro, a Roma l’inseguimento dell’area di crisi e a Campobasso le cooperative e il riavvio della Gam già a settembre. Insomma, una confusa marcia di avvicinamento/allontanamento alle soluzioni, marcando un disorientamento che preoccupa attraverso messaggi e comunicati non certo rasserenanti per i molisani (e non osiamo pensare come leggano questo comportamento gli interlocutori “importanti” del Presidente, al Ministero o della cooperazione nazionale!). In ultimo non vorrei proprio che questa vicenda finisse come quella dell’asino di un Buridano: il povero animale affamato se ne stava fra due mucchi di fieno, della stessa grandezza e alla medesima distanza. Indeciso su quale mangiare prima, l’asino morì di fame. In Molise non so chi sia l’asino, ma sono i molisani che rischiano di morire di fame”.

 

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