Sant’Elia a Pianisi, il Consiglio di Stato dà ragione ai genitori della prima elementare: no alla decisione unilaterale del tempo pieno
Il Consiglio di Stato si è pronunciato nei primi giorni di agosto (Cons. Stato, sez. VI, ord. 3508/2014) ed ha accolto le ragioni dei genitori di numerosi alunni della futura classe prima dell’Istituto di Sant’Elia a Pianisi contro la decisione di disporre il tempo pieno obbligatorio.
Secondo i genitori ricorrenti, infatti, la decisione di stabilire il tempo pieno per i loro figli alunni della classe prima sarebbe stata assunta dalla dirigenza scolastica senza il necessario coinvolgimento e senza la partecipazione di tutti i genitori, imponendo così una scelta che incide pesantemente sulla serenità psico-fisica e sulla capacità di apprendimento degli stessi alunni.
Inutili erano stati i tentativi dei genitori di valutare soluzioni alternative con la dirigenza scolastica, con il conseguente necessario ricorso agli organi della giustizia amministrativa per far valere le proprie ragioni.
“In riforma dell’ordinanza impugnata” resa dal Tar Molise, il Consiglio di Stato ha dunque “accolto l’istanza cautelare proposta in primo grado…in considerazione della delicatezza degli interessi dedotti in giudizio” valutando sussistenti “i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, a fini di riesame del provvedimento impugnato nel pieno rispetto del principio di partecipazione, con ulteriore valutazione dell’obbligatorietà o meno del tempo pieno, ove pure confermato, per i minori coinvolti”.
In sostanza, i giudici romani hanno imposto agli organi scolastici di riesaminare il provvedimento, garantendo la piena partecipazione dei genitori al procedimento decisionale, tanto più necessaria in considerazione della “delicatezza degli interessi” coinvolti, ossia la serenità psico-fisica e la capacità di apprendimento degli alunni. Riesame che a questo punto dovrebbe essere imminente, considerato l’approssimarsi dell’avvio dell’anno scolastico, con ulteriore valutazione sulla obbligatorietà della scelta anche per coloro i quali, come i ricorrenti, non intendano aderirvi.
Soddisfazione è stata espressa dai genitori ricorrenti, difesi dagli avvocati Massimo Romano, Pino Ruta e Margherita Zezza.