Tesoro Angiolillo, dal Molise il caso giudiziario che arriva negli Usa

L'avvocato Luigi Iosa
L’avvocato Luigi Iosa

La notizia è apparsa qualche giorno sui media americani e ripresa poi dal Tg5 nazionale: il caso del tesoro Angiolillo approda anche nelle aule dei tribunali statunitensi. Gli eredi del senatore Renato Angiolillo (fondatore, editore e direttore negli anni d’oro del quotidiano “Il Tempo”) hanno citato in giudizio una delle principali case d’aste mondiali, la Christie’s di New York, per la vendita “imprudente” del Prince Diamond, il diamante rosa da 34,65 carati dal valore di 40 milioni di dollari, ossia 50 milioni di euro. Diamante che apparteneva appunto al senatore Angiolillo e che è stato sottratto agli eredi legittimi dopo la morte della seconda moglie di quest’ultimo, Maria Girani, conosciuta come la regina dei salotti romani.

La storia giudiziaria, raccontata anche nel libro d’inchiesta “Salotto e Potere: i sergeti di Piazza di Spagna” della collega molisana Giovanna Ruggiero, nasce proprio in Molise dove la Procura di Campobasso ha aperto sei anni fa un’inchiesta per appropriazione indebita guidata dal pm Fabio Papa.

Oggi, sempre a Campobasso, è infatti in corso il processo che vede imputati il figlio di Maria Girani, Marco Oreste Bianchi Milella (peraltro membro del comitato istitutivo organizzativo nel forum internazionale del made in Italy per Expo 2015) e il gemmologo svizzero Louis Hervè Fontaine. Secondo l’accusa e in base alle intercettazioni telefoniche, sarebbe stato proprio il figlio di Maria Girani (che aveva come braccio destro Gianni Letta) a prendere i gioielli di Renato Angiolillo da Villino Giulia a Piazza di Spagna e ad interessare il gemmologo per la vendita. Il tutto dopo la morte della Girani nel 2009.

Una minima parte dei gioielli è stata recuperata a Montecarlo dai carabinieri di Campobasso guidati dal maresciallo Giuseppe Salotto, a cui il pm Papa aveva affidato le indagini, ed oggi custoditi nel caveau della Banca d’Italia sempre a Campobasso.

Bocche cucite dai protagonisti italiani. “E’ tutto nelle mani della giustizia americana” si limita a commentare il legale degli Angiolillo, Luigi Iosa.

E mentre si attende di conoscere se la Procura di Campobasso abbia iscritto l’imputato Marco Oreste Bianchi Milella in un altro fascicolo per frode fiscale, si scopre che anche altre tre Procure d’Italia si stanno interessando alla vicenda che vede Campobasso crocevia dei poteri forti. Un’inchiesta giudiziaria che, partendo dalla sparizione del tesoro Angiolillo conosciuto come i gioielli di donna Maria, apre uno spaccato sulla storia politica e finanziaria d’Italia degli ultimi 40 anni. La storia della così detta “Roma inciuciona” che ancora oggi vede i suoi protagonisti in prima fila nella politica e nei ruoli strategici dei Palazzi decisionali.

Ma apre anche uno spaccato anche sul giornalismo italiano (in quel palazzo, Villino Giulia a Piazza di Spagna si decidevano i direttori delle varie testate e quindi la linea editoriale dei vari organi di informazione) attraverso il racconto del personaggio principe: Renato Angiolillo, fondatore ed editore del quotidiano “Il Tempo” e senatore della Repubblica Italiana, l’ideatore di Gianni Letta e il precursore del sistema mediatico italiano, nato appunto dalle idee di Renato Angiolillo e realizzato dopo la sua morte da Silvio Berlusconi. Una storia di servizi segreti, di un salotto che ha ospitato il jet set nazionale e internazionale partendo da Fanfani a D’Alema, da Andreotti a Bertinotti, dal Vaticano alla P2 passando per la Cia fino ai giorni di Prodi e Berlusconi. Il salotto di Piazza di Spagna ha nascosto per quarant’anni i segreti del potere politico bipartisan e finanziario italiano, un luogo da cui sono scaturite le decisioni che hanno condizionato le scelte del presente che tuttora viviamo.

Un fascicolo di 4.500 pagine che racconta, come si evince anche dal libro, il back stage di questo salotto che racconta i conflitti di una delle famiglie, quella degli Angiolillo, più potenti d’Italia; i segreti della donna più temuta su territorio italiano, quella Maria Girani, seconda moglie del senatore, riuscita a rimanere sempre fuori dagli scandali giudiziari che nel corso degli anni hanno travolto vari personaggi che ruotavano intorno a lei (si pensi all’inchiesta sulla Menarini o alla loggia P2). Segreti familiari fatti di figli segreti, matrimoni forse illegittimi e testamenti dubbi.

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