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La storia di Campodipietra in balia dell’amianto e a rischio biomasse

amiantoMARIA CRISTINA GIOVANNITTI

A ripercorrere la storia ambientale di Campodipietra, alle porte di Campobasso, all’indomani della Giornata Mondiale Vittime dell’Amianto è il consigliere comunale Giovanni Barra. Con lui è cominciata la vicenda legata al pericolo amianto che ricopre una struttura di oltre 2 mila metri quadri in contrada Selva, precisamente all’altezza del bivio lungo la statale per Foggia.

Questa storia ha il suo inizio il 3 ottobre 2012, quando il consigliere Barra segnala all’Arpa Molise la pericolosità di questa enorme struttura, di proprietà all’epoca di Fasolini Carne: quell’edificio, costituito da diversi locali ed un deposito, veniva utilizzato per la macellazione di polli ed altri animali. Tutto bene se non fosse che quel tetto in amianto era in malora, diventando un potente killer per i cittadini della zona, sprigionando le fibre tossiche, causa principale di mesoteliomi polmonari maligni. Insomma non un semplice allarmismo ma una situazione preoccupante per davvero se si considera che, dopo la segnalazione del consigliere di Campodipietra, l’Arpa Molise il 4 gennaio 2013 ha effettuato un sopralluogo e ha confermato la gravità ambientale, così come si legge in una nota: “Tutto il complesso creato negli anni 70, ormai è in uno stato avanzato di disfacimento  e che da anni non è soggetto ad alcuna manutenzione e controllo riguardante specialmente i pannelli  di copertura del capannone in materiale di cemento amianto vi è la possibilità di dispersione nell’atmosfera delle fibre di amianto.Si ravvisa quindi, l’esistenza del rischio per la salute pubblica per cui risulta urgente un immediato intervento di bonifica”.

Accertata la pericolosità di quell’area, sono nati anche diversi comitati spontanei di cittadini a richiedere la bonifica urgente, in difesa della salute pubblica, visto che la struttura ricoperta di amianto si trova vicino ad abitazioni, esercizi commerciali ed una strada molto trafficata e seppur tutto l’edificio è recintato, questo non è affatto sufficienti per evitare l’inquinamento da amianto.

Ancora tante le segnalazioni all’Arpa Molise che ha effettuato altri controlli insieme alla sezione Noe dei Carabinieri che, allo stesso modo, non ha potuto far altro che confermare la pericolosità il 14 ottobre 2014:Il problema ambientale riscontrato è rappresentato prevalentemente da materiale solido contenente amianto posto a copertura degli immobili in disuso, che essendo esposto costantemente all’azione  erosiva degli agenti atmosferici, potrebbe nel tempo sfaldarsi e mutare e mutare consistenza facendo affiorare all’esterno le fibre di amianto contenute; valutato che nelle vicinanze insistono: una strada trafficata, alcuni esercizi commerciali ed alcune abitazioni.”

Insomma tutti d’accordo sulla necessità di bonificare un’area così vasta e pericolosa eppure a ben 3 anni di distanza e tante perizie tecniche concordi, nulla è stato fatto. Anzi, oltre a ricordare la storia dell’amianto molisano, il consigliere Barra ha voluto evidenziare il disastro nel disastro con il rischio biomasse: “Nel frattempo, l’area nelle vicinanze del sito è stata indicata per la realizzazione di un generatore a biomasse, già contestata dai residenti di c.da Mascione e delle adiacenti contrade di Campodipietra. E questa è un’altra storia”.

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