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“Salire sui Misteri? Il sogno di quando ero bambina”. Paola Di Cesare, la nuova Donzella racconta l’emozione di far parte dei quadri viventi e lancia un monito ai giovani: “Restate in Molise”

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La sua prima volta sui Misteri è stata nel 2007 ed ora dopo ben 7 anni si appresta a indossare i panni di una delle figure simbolo degli Ingegni del Di Zinno. Sarà Paola Di Cesare, 28 anni fisioterapista e pallavolista del capoluogo che domenica 22 giugno rappresenterà la Donzella nel Mistero di Sant’Antonio Abate.

Nel quadro vivente della processione più atteso da adulti e bambini spetterà a Paola l’arduo compito di non ridere dinanzi alle tentazioni dei diavoli che, con la faccia dipinta di nero, urlano il classico “tunzella tunzella, vietenn vietenn”.

E’ un significato simbolico importante quello del Mistero di Sant’Antonio Abate, il quale evoca la forza dell’uomo dinanzi alle tentazioni incarnate tanto dai diavoli che dalla donzella, una donna che per la sua bellezza potrebbe indurre in tentazione. Un ruolo che talvolta continua a far cadere più di qualcuno in erronee interpretazioni.

A confermarlo è la stessa Paola Di Cesare che negli ultimi giorni non ha esitato a dover rispondere a tono a qualche dicerìa sulla donzella. “Spesso – racconta la giovane fisioterapista – non conoscere la storia dei Misteri può anche dare adito a pregiudizi come quello che ad interpretare la donzella debbano essere donnacce”. Delle vere e proprie assurdità che non riusciranno certo a rovinare l’emozione di Paola, la quale non vede l’ora arrivi il Corpus Domini.

Il suo è infatti un vero e proprio sogno che si realizza a 28 anni, perché sin da piccola sperava di poter far parte di quei quadri viventi. Quando era bambina voleva interpretare l’angelo ma i suoi capelli troppo corti gliel’hanno sempre impedito. Paola ha dovuto, così, attendere i 21anni per salire sul Mistero del Sacro Cuore. Proprio quando aveva quasi perso le speranze, grazie all’impegno di sua sorella Antonella, è riuscita a vivere quest’esperienza. “Il mio agente” la definisce Paola scherzando, mentre racconta che anche questa volta è stata necessaria “l’intercessione” della sorella.

In effetti salire sui Misteri non è così semplice come può sembrare: i posti, a differenza dei pretendenti, non sono poi molti e la tradizione spesso fa sì che siano più o meno sempre le stesse famiglie del capoluogo a garantire la loro presenza sugli Ingegni del Di Zinno. Tra queste, ovviamente, la terza generazione della famiglia Teberino da sempre “custode” della bellezza dei Misteri. Gli stessi abiti che indosserà Paola, negli anni passati, sono stati indossati proprio da Maria Sole, figlia di Liberato Teberino.

Dunque un grande onore ma anche una grande responsabilità per la pallavolista di Campobasso che si emoziona pensando al tragitto che la processione compirà nel centro storico. “Ricordo – dice – la sensazione di vuoto nello stomaco provata la scorsa volta. Passare nelle viuzze, sfiorare quasi le case e vedere un fiume di persone raccogliersi per ammirare i Misteri che passano dinanzi la chiesa di San Leonardo è un’emozione che non si può descrivere”.

Ma per Paola così come per tutti i campobassani la magia dei Misteri la si inizia a respirare  a partire dalla “Vestizione” che avviene nel Museo di via Trento. “Poter partecipare ai preparativi – racconta ancora – è bellissimo. Assistere alla gioia e alle risate dei bambini è un’emozione unica”. La fisioterapista ci tiene infatti a sottolineare come non sia assolutamente d’accordo con tutti coloro che sostengono che in quelle imbracature di ferro i bambini soffrano. “Non è assolutamente vero – dice Paola – perché si divertono tantissimo”. E proprio quello che, ai più piccoli può sembrare un gioco, per la 28enne del capoluogo rappresenta invece un’importante occasione per fare comunità, per sentirsi parte non del posto dove semplicemente si è nati, ma dove si è scelto di restare. Salire sui Misteri è così per Paola una sorta di messaggio da rivolgere ai giovani della sua città, affinché prima di pensare di andar via possano quantomeno adoperarsi per tentare di restare.

Il realtà il nome della famiglia Di Cesare è legato a doppio filo con la città capoluogo sia perché il nonno di Paola, ormai 94enne, è lo storico tassista di Campobasso e sia perché i suoi genitori sono il simbolo dello sport. “Vengo da una famiglia che è stata da sempre molto legata alla città e ho deciso di portare avanti questa tradizione attraverso il mio modo di pensare e di agire. Ecco perché ho deciso di restare qui e di aprire lo studio di fisioterapia (FisioPro, ndr). Anche in tutte le numerose trasferte fatte con la Nuova Pallavolo, mi sono sempre sentita orgogliosa di portare il nome della città oltre i confini regionali”.

L’amore di Paola verso il capoluogo si riversa indistintamente, non solo sulle tradizioni più antiche di Campobasso come i Misteri, ma anche sulle abitudini della festa del Corpus Domini in generale: “Non capisco i tanti campobassani che dicono di non sopportare la confusione di questi giorni. In fondo – afferma – è un bel momento per la città e per la sua economia e non dovrebbe essere sprecato”.

Intanto se sull’importanza del senso di comunità la nuova donzella non ha dubbi, sul non sorridere ai versacci del diavolo, il famoso Italo Stivaletti, non può dare altrettanto conferma, ma promette: “Farò di tutto per essere impassibile”.

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