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Dal Molise a Napoli per dire NO alle disuguaglianze territoriali

Domenico Rotondi

Si è tenuto a Campobasso, lo scorso 10 marzo presso la storica Sala della Costituzione, un articolato confronto sulla cosiddetta autonomia differenziata, peraltro sempre più al centro di analisi, discussioni e valutazioni. L’incontro, organizzato e promosso dall’Associazione delle Autonomie Locali, dalla Confederazione Generale Italiana del Lavoro e dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha visto la partecipazione di tecnici qualificati, politici responsabili e cittadini consapevoli.

Nel corso dell’incontro, infatti, è stato trattato un capitolo cruciale per il futuro socio-economico dell’intero sistema paese, dal momento che lo stesso comparto industriale della nazione rischia di subire, grazie alle politiche egoistiche messe in piedi dalla Lega, una vera e propria balcanizzazione territoriale in danno finanche dei settori distributivi legati al commercio.

I lavori sono stati coordinati dal giornalista Giovanni Mancinone, il quale, dopo aver dato la parola al presidente dell’ANPI Molise Loreto Tizzani, ha aperto la fase tecnica della giornata introducendo la relazione tenuta dal professore Gianfranco Viesti, libero docente presso l’Università Aldo Moro di Bari.

Da par suo, Viesti ha tratteggiato in modo approfondito gli aspetti giuridici ed economici del dettato leghista, riuscendo ad evidenziare sia le contraddizioni sistemiche presenti nel disegno di legge che le carenze finanziarie dei previsti capitoli di spesa dirette a penalizzare chiaramente le regioni povere, in barba al principio della sussidiarietà costituzionale. Tale assioma è stato spiegato dettagliatamente dai relatori, in quanto il progetto governativo prevede che le regioni ricche avranno il diritto di trattenere, una volta approvata la legge, il gettito fiscale prodotto sul loro territorio, cancellando, di fatto, ogni criterio solidaristico in chiave nazionale.

Un dato preoccupante, anche alla luce della condizione sociale italiana, già ricca di disparità e disuguaglianze tra persone e territori. Un disegno politico anacronistico che, secondo molti, rischia di mettere in crisi persino l’unità nazionale in un tempo in cui si profila all’orizzonte l’unione delle diverse cittadinanze europee. In tal senso, è intervenuta Micaela Fanelli che, nella duplice veste di consigliera regionale del Molise e vicepresidente nazionale dell’Associazione delle Autonomie Locali, ha stigmatizzato il profilo di una legge profondamente ingiusta, dal momento che la sua definitiva approvazione penalizzerebbe gravemente e definitivamente i territori fragili, peraltro collocati, per buona parte ma non in modo esclusivo, nelle regioni meridionali.

Per di più, la consigliera molisana ha messo in evidenza l’assoluta incoerenza politica dimostrata dalla Giunta Toma, la quale, sostenendo incautamente il disegno leghista, ha sconfessato le seguenti indicazioni deliberative approvate dal Consiglio regionale: 1) un ordine del giorno che impegnava il presidente ad avviare interlocuzioni con le altre regioni, a norma dell’articolo 117 della Carta Costituzionale, in riferimento alla cooperazione rafforzata sulla base del prossimo ridisegno regionalistico; 2) un atto d’indirizzo consiliare volto a garantire la tutela dei livelli essenziali di assistenza delle prestazioni sui diversi territori italiani, escludendo ogni riferimento agli indicatori economici. A riprova di quanto detto, Micaela Fanelli ha invitato tutte le forze associative e politiche a sostenere con forza “la battaglia delle battaglie in difesa dei territori deboli”, ricordando la positiva conclusione della lotta condotta dai piccoli comuni del Molise per ottenere la equa ripartizione, fra i territori italiani, del Fondo di Solidarietà Comunale.

A questo punto c’è stata la ferma condanna di ogni ipotesi secessionista da parte delle forze sindacali, rappresentate da Paolo De Socio, Carmine Ranieri e Sabrina Del Pozzo, tutti dirigenti della CGIL Abruzzo e Molise. Il confronto è stato ulteriormente impreziosito dai qualificati contributi di Vincenzo Longobardi e Chiara Iosue, rispettivamente presidenti di Confindustria e Legacoop Molise. Non è mancata la voce in difesa del dettato costituzionale da parte di Michele Barone, ricercatore dell’Università degli Studi del Molise. Per le precisate ragioni, l’incontro molisano ha dato avvio alla mobilitazione democratica in difesa dell’unità nazionale che troverà un nuovo passaggio sociale nella prossima manifestazione napoletana “Uniti e Uguali” del 17 marzo.

Un evento che, in sintonia con i propositi espressi dagli organizzatori, coinvolgerà direttamente i sindaci ed i cittadini consapevoli del fatto che la temuta balcanizzazione territoriale rischia di indebolire il ruolo dell’Italia sul piano internazionale.

Redazione

CBlive

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