Vertenza Arpc, nessuna soluzione all’orizzonte. I precari incalzano Ciocca

Protezione CivileNessuna soluzione è stata avanzata durante l’ennesimo vertice di questa mattina, giovedì 16 ottobre, in merito alla vertenza Protezione Civile che interessa 100 vincitori di concorso che da 8 mesi sono senza lavoro.

“Ci lascia sbigottiti – fanno sapere i precari dell’Agenzia – l’arroganza di chi ha deciso che i lavoratori della Protezione Civile non meritano rispetto e considerazione. Esiste un verbale di intesa firmato a febbraio scorso in Prefettura dal vice Presidente della Regione Molise, dalla deputazione parlamentare e dalle Organizzazioni Sindacali, che prevedeva che tutti e 200 i lavoratori vincitori di concorso dovessero avere garantita una continuita’ di lavoro e reddito per tre anni, incredibilmente sconfessato dagli stessi che quel verbale lo avevano sottoscritto e sbandierato alla stampa. Il tempo per agire c’era e – proseguono – anche in abbondanza, ma non e’ stato sfruttato da chi doveva trovare soluzioni”.

Duro poi l’affondo dei vincitori del concorso nei confronti del consigliere regionale Salvatore Ciocca. Parliamo di “un consigliere regionale – rimarcano ancora – che gioca a fare il pubblico ministero e che in futuro sarà ricordato per aver raggiunto un traguardo da guinnes dei primati: lo smantellamento in tempi record del sistema di Protezione Civile del Molise e la macelleria sociale compiuta ai danni di centinaia di famiglie. Evidentemente l’unico interesse di Ciocca e’ conservare la poltrona che gli frutta 11 mila euro al mese e gli permette di condurre una vita di lusso, in barba alla crisi sociale devastante che attanaglia il Molise e ruba il sonno alla stragrande maggioranza dei citradini molisani. Se queste persone pensano che siamo rassegnati si sbagliano di grosso. Non gli daremo certo questa soddisfazione. Se la nostra vertenza – concludono i precari –  non dovesse trovare una soluzione in tempi celeri andremo in tutte le sedi possibili pur di difendere i nostri diritti e tutelare la nostra dignita’ barbaramente tradita.

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