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Storie di giovani/“Quando la musica viene a trovarti, non ti lascia più” così si racconta Luigi Farinaccio, cantautore molisano

Farinaccio

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Si chiama Luigi Farinaccio ed è uno dei più bravi musicisti e cantautori molisani, nato in Belgio e cresciuto nel piccolo paese di Gildone. Giovane e talentuoso, così si racconta tra una tappa e l’altra del suo tour musicale che lo sta portando in giro per l’Italia con il suo primo album ‘Tempo Imperfetto’, arrivato dopo 2 Ep. “Quando la musica viene a trovarti, non ti lascia più” ci dice, raccontando la passione per la musica ma soprattutto gli anni di studio al Conservatorio fino alla critica fatta ai I-Talent, programmi che fanno delle capacità dei giovani un ‘usa e getta’.

Nato in Belgio e cresciuto a Gildone. Che ricordi porti con te dell’adolescenza vissuta in Molise? “I ricordi dell’adolescenza sono i più importanti quelli che in qualche maniera portiamo per sempre con noi, sono il nostro marchio di fabbrica, ci formano, hanno il potere di interagire con la nostra essenza, a volte lo fanno in silenzio senza che nemmeno ce ne accorgiamo, altre volte restano custoditi in un cassetto della nostra anima, in letargo per mesi, anni per poi esplodere all’improvviso come un vulcano ed irrompono nel nostro quotidiano, reclamando i loro diritti. Possono persino trasformare il nostro presente. Certe volte un’emozione, un ricordo, magari esaltato da un profumo particolare, salta fuori anche quando si scrive una canzone”.

Quando nasce la passione per la musica, in particolare per la chitarra classica? “La passione per la musica è nata da bambino, ricordo che mi soffermavo con molta ammirazione a guardare gli spettacoli delle orchestre e dei cantanti che venivano a suonare in estate, alle feste patronali in piazza a Gildone, il mio paese. Mi sono avvicinato allo studio della chitarra intorno ai 14 anni non tanto perché amavo la musica classica ma perché, come la maggior parte dei ragazzi che si avvicina a questo strumento intorno a quell’età, pensi soprattutto di poter suonare canzoni pop-rock con la chitarra acustica o elettrica. Poi ti accorgi che il Conservatorio ti mette davanti un percorso diverso e solo se sei munito di una grande forza di volontà lo porti a termine. Ho conosciuto ragazzi talentuosi che di fronte alla disciplina del Conservatorio hanno abbandonato. Comunque con il tempo ho imparato ad apprezzare anche la musica classica, ad esempio il repertorio rinascimentale trascritto per chitarra è bellissimo, non a caso Sting negli ultimi anni si è dedicato anche a progetti discografici che attingono proprio da questo repertorio. L’ideale sarebbe iniziare a studiare musica e canto già dalle scuole elementari, come avviene in molti Paesi d’Europa, i bambini dovrebbero avere l’opportunità di poter sviluppare il proprio potenziale musicale, la pratica strumentale contribuisce validamente alla formazione della personalità, stimola le funzioni motorie e favorisce notevolmente i processi di apprendimento interdisciplinari”.

Sei anche un ‘paroliere’. È più forte la passione per la musica o per la poesia? “Le due cose viaggiano parallelamente. Penso che nelle canzoni il peso specifico della musica è del 50% , naturalmente  l’altro 50% è dato dal testo e solo quando si incastrano perfettamente tra di loro possiamo dire di essere di fronte ad una bella canzone! I grandi cantautori ci hanno insegnato che non esistono regole o schemi precisi, poiché ognuno nasce con la propria sensibilità, poi lo stile si affina con il tempo e può essere influenzato da tanti aspetti come ad esempio il background culturale che ognuno si porta appresso, gli ascolti, gli incontri con altri artisti, le sperimentazioni etc. etc. L’unico vero comune denominatore che si pone una canzone è quello di trasmettere emozione, tutto il resto è noia”.

 Ci racconti gli anni della ‘gavetta’? “La gavetta è ancora in atto. È una sorta di work in progress costante, bisogna credere nei propri sogni poiché sono il motore della vita, hanno il potere di dare un senso alla nostra esistenza, però cercando sempre di tenere i piedi per terra con umiltà. Io non mi sono mai scoraggiato quando qualche cosa non è andata come volevo ma nello stesso tempo non ho mai fatto fuochi d’artificio quando è arrivato qualche successo come ad esempio la partecipazione all’ S.P.Q.R. Sport Day; il Festival “Il Dio di mio padre” in omaggio a John Fante; “SanremOff”;  le finali in concorsi nazionali tra cui il “Premio Augusto Daolio”; il “Premio Giovanni Paolo II”; il “Premio Ivan Graziani”; il Premio “Botteghe d’Autore””.

Dopo 2 EP, è arrivato il primo album ‘Tempo Imperfetto’. Come nascono i testi e la musica? “L’album “Tempo imperfetto” è il frutto di un lavoro di circa tre anni, è stato registrato e mixato a Grottaferrata presso il “TuscoRock” studio di Primiano Di Biase, il mastering è stato effettuato da Fabrizio De Carolis presso il “Reference” studio di Roma, la stampa affidata agli studi “Mousemen” di Milano e il progetto grafico è stato realizzato da Cosimo Paiano presso lo studio “Civico 32” di Campobasso. Attraverso le 11 tracce del cd, ho cercato di esprimere un pò del mio mondo, della mia storia, le mie piccole verità, prendendo spunto da frammenti di vita quotidiana che poi pian piano hanno dato forma ai brani, i testi non parlano solo d’amore, ma affrontano anche tematiche  legate all’attualità e al disagio sociale come ad esempio “Così va la vita”  che parla dell’esodo di popolazioni che giornalmente approdano con i loro barconi (quando va bene) sulle coste Siciliane in cerca di un futuro migliore; “Lacrime che non hanno colore” dedicata al giovane tifoso tragicamente scomparso Gabriele Sandri; ci sono alcuni brani ispirati al modo degli scrittori come “Good night John” dedicata a John Fante; “Al sordo respiro del sonno” rielaborata da una poesia del poeta molisano Dominick Ferrante; “Gocce d’emozione” dedicata a Massimo Troisi. L’album “Tempo imperfetto” è disponibile nei negozi specializzati, oppure è possibile ordinarlo direttamente dal mio sito in cui troverete tutti gli aggiornamenti dei live e le news: http://luigifarinaccio.com  inoltre è distribuito su tutti i digital store e si può ascoltare anche su Spotify Web Radio Player:https://play.spotify.com/album/4xx89TMH5WIHwxHBe9oxRc”.

 Adesso vivi in Molise? “Io sono nato in Belgio, ho vissuto l’adolescenza in Molise, poi per diversi anni mi sono trasferito a Milano e successivamente a Bologna, ho alternato anche dei periodi in Inghilterra a Liverpool (paese dei Beatles) e in Irlanda a Dublino, ovviamente la musica è stata sempre la motivazione principale di questi spostamenti, una sorta di stella polare. Ora vivo in Molise tra Gildone e Campobasso; insieme con altri validi colleghi faccio parte del corpo docenti del corso ad indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo Francesco D’Oviodio di Campobasso.”

 Questa regione quante possibilità fornisce alla musica? “Fornisce poche possibilità alla musica per cui essendoci pochissimi canali è comprensibile che anche le aspirazioni di ragazzi talentuosi, spesso vengono frenate, però devo precisare che non è un problema confinato esclusivamente nella nostra regione! direi che l’Italia in generale offre poco spazio a qualsiasi forma d’arte, non vorrei fare retorica, ma questa è la verità, la nostra classe politica investe pochissimo in questo settore, non tutela gli artisti e di conseguenza assistiamo sempre di più ad una profonda crisi della cultura, legata ad un consumo veloce usa e getta, inasprito anche da programmi televisivi fuorvianti come i vari Talent. La cosa che mi infastidisce è che oggi la musica è intrecciata con la televisione a tal punto da diventarne un surrogato, senza il cui apporto non riesce nemmeno più a sopravvivere, questo sistema è diventato praticamente l’unico mezzo per dare visibilità alle nuove leve. Il problema è che si creano personaggi anziché coltivare talenti, personaggi che, al termine del palinsesto, saranno sostituiti da altri e dopo sei mesi da altri ancora e così via, in un tripudio di tritatutto musical-popolare che non ha mai fine. Purtroppo in Italia non serve essere intelligenti, colti o preparati, vale certamente di più essere furbi! Premettendo però il fatto che tutti gli italiani odiano i furbi, quindi bisogna essere tanto furbi da non far capire agli altri che lo siamo! Ed è un peccato poiché l’Italia oggettivamente possiede non solo valide risorse umane ma anche un patrimonio di storia e di bellezze inestimabili, che se ben valorizzate potrebbero notevolmente favorire anche l’economia”.

Quali sono i progetti per il futuro? “Attualmente sto presentando in giro l’album “Tempo imperfetto” che nonostante tutto ha già superato le mille copie vendute! Per gli showcase in ambienti più intimi come ad esempio librerie o piccoli club, esco da solo in acustico chitarra e voce, mentre quando c’è la possibilità di suonare in locali più grandi o piazze mi accompagna la mia fedele band, composta da Giovanni Spina alla batteria e programmazioni, Walter Zeolla alle chitarre e Marco Spina al basso, dal vivo i brani hanno un sound più rock! Parallelamente sto già lavorando al mio secondo album che se tutto va bene sarà pronto per l’estate 2016, questo mi sta riempiendo ogni giorno di nuove emozioni e spunti per far riflettere”.

Se non fossi riuscito a realizzarti nella musica e diventare cantautore, come ti immagini oggi? “Realizzato è una parola grossa, non ancora presente nel mio dizionario perché non mi sento di essere arrivato! Porto avanti il mio progetto artistico e nel mio piccolo cerco sempre di dare il meglio, ho deciso di indossare la musica perché mi fa stare bene, non avrei potuto indossare niente di meglio, è come una missione, si è schiavi della propria passione, ma nel contempo questa passione ti restituisce tanto, mi ha aiutato a superare tante difficoltà, mi ha permesso di fare numerosi viaggi, incontrare persone meravigliose che diversamente non avrei mai incontrato, la musica è sempre stata un punto fermo, quando la musica viene a trovarti, non ti lascia più perché è essa stessa vita ed è un dono di Dio”.

 Così Luigi ci da appuntamento per il 6 marzo alle ore 22 presso il Caffè ‘Prestige’ di Campobasso dove si esibirà con la sua band.

 Luigi Farinaccio

 

 

 

 

 

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