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Cronache marziane / L’esercito dei candidati invade le abitazioni degli elettori, tra promesse e lotte in famiglia. Quando il numero degli aspiranti sindaci e consiglieri supera quello dei cittadini chiamati alle urne

elezioni comunaliCRISTINA SALVATORE

Con la bella stagione è arrivato anche il momento di ritinteggiare casa? Di programmare le vacanze estive? Affrontare intense sedute dimagranti per poi rifarsi il guardaroba ‘primavera/estate 2016’? E’ arrivato il momento di dare un taglio al passato cominciando proprio dai capelli? State pensando di frequentare centri estetici deluxe per eliminare definitivamente quella enorme piaga rappresentata dai peli superflui che vi rendono più simili al porcospino e non all’essere umano? Volete fare tutto questo ma non avete i soldi necessari, amici elettori? Bene, la soluzione esiste ed è a portata di mano! Bisogna approfittare dell’occasione del momento e non lasciarsela sfuggire! Sono infatti cominciate le trattative “faccio quello che ti rende felice se mi voti” e, cari amici elettori, poiché i desideri dei cittadini vengono quasi sempre realizzati prima delle votazioni e raramente dopo, allora concretizzate la soddisfazione di poter finalmente risistemare il vecchio patio malandato, rosicchiato dai tarli, abbandonato da anni in attesa di una vincita al lotto inaspettata… approfittatene adesso!

C’è chi dalla nascita combatte contro le difficoltà che comporta avere un naso aquilino su cui si poggiano i fringuelli in attesa di migrare? Bene, è arrivato il momento di piallare tutto e suggerire agli uccellini di cavarsela da soli. Considerando che in tantissimi piccoli comuni la maggior parte degli abitanti ha più di 80 anni, escludendo i bambini e gli studenti fuorisede, il calcolo è facile: stavolta il numero dei candidati alla carica di sindaco nei 33 comuni molisani chiamati alle urne è qualcosa che quasi si avvicina al totale dei morti sul lavoro nel 2015.

Un esercito di papabili primi cittadini che in alcuni luoghi supera anche il numero dei residenti effettivi.

Cercano di accaparrarsi il voto delle famiglie rivali, quelle famiglie che hanno al loro interno un altro candidato a cui hanno giurato fedeltà e lealtà.

In pratica, secondo considerazioni logiche, dovrebbe vincere chi ha la famiglia più numerosa, salvo poi scoprire velenosissime serpi in seno o sciagurate sviste in cabina.

Ad esempio pensate alle nonnine tutte sole, chiuse in uno spazio minuscolo e senza la possibilità di chiedere l’aiuto da casa, intente a spremersi le meningi per ricordare se tale ‘Mario’ (nome fittizio usato come esempio esplicativo), marito della cugina della nipote del fratello di una commare, di cognome facesse Rossi, Bianchi o Biondi! Panico se quel nome ricorre nella stessa lista dieci volte senza neanche una foto di riferimento!  Immaginate anche la scena surreale in tali paesi:  un nutrito quantitativo di manifesti elettorali affissi lungo le strade di questi comuni solitamente poco trafficati: una folla di candidati incollati alle pareti che non basta tutta la Faber Castell per riuscire nell’impresa illegale di decorarli con baffi e denti neri.

Perché la gente, alla lunga, si stanca delle solite chiacchiere e i più sovversivi reagiscono disegnando un paio di extension sulla testa lucida di qualcuno. Solitamente larga parte di coloro che concorrono per qualche carica politica di rilievo – tanto importante quanto impegnativa – parlano di sé stessi come fossero la soluzione a tutti i mali del mondo: dal cappello tirano fuori concetti (ben spolverati) di lealtà e novità… e magari nella vita hanno girato più partiti che ristoranti. E magari sì, il volto è nuovo solo perché è stato sottoposto a qualche ritocchino estetico tempo prima! Promettono che sposteranno il Molise più al Nord, che allargheranno i confini, che costruiranno il ponte che passa sulla montagna costruita per creare una meravigliosa inutile galleria, che l’estate comincerà a marzo, e che non vale alzare i prezzi delle merci proprio in occasione dei saldi, costi quel che costi. Promettono un metodo per far sparire quelle fastidiose macchie d’erba dai pantaloncini dei bambini solo con la forza di un’imprecazione. Che le bollette potranno essere pagate realizzando torte di mele e sciarpe di lana. Che le ambulanze arriveranno a casa ancora prima della chiamata d’emergenza grazie ad un chip impiantato nel cervello che segnala le modificazioni cellulari e il rilascio di ormoni in presenza di stress e paura.

Ovvio che non si può fare di tutta l’erba un fascio e che in tanti scelgono di buttarsi in politica perché fermamente convinti di poter cambiare le cose e di averne tutte le capacità, ma il senso civico ci insegna che le promesse fatte vanno sempre mantenute, altrimenti è più corretto un semplice e diretto “ci provo ma non vi assicuro nulla”.

Vi rende più umani, cari politici. Vi rende più onesti agli occhi del popolo che vi ascolta, e che tante volte si vuol fidare. Adesso però gli elettori non hanno più la scusa di non poter scegliere, di essere costretti a votare il male minore tappandosi il naso! Adesso regna l’imbarazzo della scelta, esattamente lo stesso che una donna prova quando entra nei negozi di cosmetica per comprare lo smalto. Quindi, popolo di elettori, andate a votare e fidatevi di quello che vi dice la vostra onestà intellettuale.

E poi, verso sera, godetevi il tramonto della nuova vita che verrà sotto il patio rimesso a nuovo.

Redazione

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