Permesso di tre ore causa freddo, il sindacato contro D’Ambrosio. “Straordinario da recuperare”. Il sindaco: “Solo retorica”

A Santa Croce di Magliano tiene banco la richiesta di un permesso di tre ore avanzata da un dipendente comunale con una singolare motivazione, ovvero i soli 12 gradi registrati in un ambiente che risultava troppo freddo per poter lavorare. A commentare la vicenda ci aveva pensato il primo cittadino del paese, Donato D’ambrosio, che si era detto amareggiato.
Non si è fatta, però, attendere la risposta del coordinatore del Csa Regioni Autonomie Locali del Molise, Feliceantonio Di Schiavi, che in una nota ha parlato di un “permesso personale di un dipendente strumentalizzato dal suo sindaco”.
D’Ambrosio avrebbe, infatti, per Di Schiavi “cavalcato solo l’onda che va attualmente di moda contro i lavoratori pubblici”.
L’intervento del sindacato, Di Schiavi lo definisce doveroso per riportare la verità dei fatti. “Fatti – dice il coordinatore del Csa – che hanno visto il protagonista della vicenda, tra il 21 e il 23 aprile, prestare cinque ore e trenta minuti di lavoro extra per urgenti adempimenti dell’ufficio”.
Lo stesso dipendente lo scorso 26 aprile “su autorizzazione del proprio Dirigente – racconta Di Schiavi – siccome avvertiva brividi di freddo, si sentiva male ed effettivamente faceva freddo, fruiva di un permesso personale di tre ore, volte a recuperare parte delle 5 ore e 30 minuti che aveva prestato extra nei giorni precedenti”.
Sarebbero, dunque, questi i fatti così come sono andati e su cui, per il sindacato, si è voluto fare della mera strumentalizzazione, “probabilmente – si legge nella nota – per acquisire visibilità”.
Il Csa si schiera, dunque, contro il primo cittadino esprimendo disappunto sul comportamento del sindaco a cui nell’occasione vuole ricordare di “provvedere al pagamento delle indennità spettanti ai dipendenti che dal 01 gennaio 2014 non gli vengono corrisposte, così come da diffida pervenuta”.
D’ambrosio dal canto suo rimanda le accuse al mittente. “Nessuna visibilità o strumentalizzazione, temi – sottolinea – che di questi tempi poco appassionano chi lavora davvero in condizioni precarie o tutti coloro che non hanno un occupazione. Il tempo della retorica è finito, così come non sembra corretto pensare eslcusivamente alle indennità”.
Nonostante la replica del sindacato e fermo restando che a disciplinare le temperature negli ambienti di lavoro ci pensa il decreto legislativo numero 81 del 2008, identificando ben 4 range che vanno dai 15 ai 24 gradi e che si classificano sia in base ai posti in cui non è richiesto uno sforzo fisico eccessivo, sia al lavoro molto pesante, resta il fatto che la motivazione messa nero su bianco continua strapparci ancora un sorriso. Sopratutto alla luce di come il tutto poteva essere evitato con la dicitura che indicava in quel permesso un semplice recupero degli straordinari.
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