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C’è un pezzo di cuore colletortese nella Quintana di Ascoli

di Luigi Pizzuto

Tanta gioia. Tante emozioni. Tanta luce che brilla. Tanto amore verso le proprie radici che si abbracciano nei luoghi nascosti del cuore. Tanto orgoglio di far parte di una grande famiglia per testimoniare i sentimenti migliori. C’è un pezzo di cuore colletortese nella famosissima Giostra della Quintana. Si tratta di una rievocazione medievale, con giostra equestre tra le più note. Si tiene ad Ascoli Piceno, nella Città delle Cento Torri, ed è documentata per la prima volta nel 1377.  Il corteo storico della Quintana si ripete la prima domenica di agosto.

Un fiume imponente di costumi e di colori scorre per le vie principali della città.  Impareggiabile. Tra i più noti d’Europa. Oltre millecinquecento figuranti sfilano con costumi eleganti e coloratissimi in ricordo degli Statuti Ascolani del 1377. Una brillante tavola di “norme della memoria” che regolano, nei dettagli, l’articolazione della vita cittadina nella città medievale. Anticipando forme di vita all’epoca impensabili.

Tanti dunque gli eventi che preannunciano il corteo storico.  Fin  dai primi di giugno fanno da corollario all’importante appuntamento che porta gli ascolani a lavorare tutto l’anno. Alla rievocazione storica partecipano sei Sestrieri che in gara si contendono il palio: Piazzarola, Porta Maggiore, Porta Romana, Porta Tufilla, Sant’Emidio e Porta Solestà. A quest’ultimo sestriere, Porta Solestà, dai colori gialloblu, appartiene il piccolo Tommaso, figlio del solestante Bruno Torquati, ascolano doc,  e della professoressa Ilaria Pietracatella, nata a Colletorto. Da pochi anni residente nella città del Piceno. Come si vede dal reportage fotografico, nel rito del Battesimo del Solestante, il piccolo Tommaso ha ricevuto, secondo un’antichissima tradizione, il fazzoletto gialloblu al collo per far parte appunto del Sestriere Porta Solestà. Per continuare così, come vuole il rito della Quintana,  una tradizione secolare che fino a qualche tempo fa ha visto in primo piano anche il papà nelle iniziative medioevali. Anche la mamma, Ilaria, ha esperienze in merito. Nel Corteo Storico di Colletorto, dedicato a Giovanna I d’Angiò, ha interpretato la figura della nobildonna Rigandasia, signora di Lauretum.

Si tratta senz’altro di una passione e di  un amore febbrile. Testimonianza di un attaccamento forte alla storia gloriosa della propria città  che si tramanda di padre in figlio. Come Tommaso, che non ancora compie due anni, tanti bambini fin dai primi anni, nel corso di una cerimonia toccante, ricevono il fazzoletto di appartenenza al proprio Sestriere. In questo caso Porta Solestà.

Per diventare poi i futuri capitani, nobili o  dame, suonatori di tamburi o di chiarine, sbandieratori oppure consoli o responsabili  a vari livelli delle tessuto organizzativo nelle sue forme più complesse. L’obiettivo è quello di far parte, con orgoglio, di una grande famiglia solidale. Per non far mai venire meno l’amore per la propria storia e per le proprie radici. Nel rispetto di quei principi di vita che nobilitano la vita dell’uomo. E facciano crescere il rispetto per la città di Ascoli che mai deve venir meno. Nella vita del Sestriere puntualmente si rinnova lo spirito di sacrificio per una bandiera, un vessillo, il proprio quartiere di appartenenza.

Frutto di tanta fatica e rispetto delle regole, che educano nei comportamenti a diventare migliori. Uno slancio etico dunque. Pieno di ideali. Di alto profilo sociale e spirituale. Che vola in alto. Pieno di gloria. Per dare spazio ad un quadro di valori che dà senso alla crescita personale e ad un cammino reale. Oltre i risultati. Oltre le prestazioni. Il benvenuto che si dà ad ogni bambino nel mondo del sestriere è tutto qui. Altamente educativo. E’ calore del cuore. E’ sentire dell’io. E’ nutrimento di vita. E’  passione da tirar fuori  al momento opportuno. Tra non pochi sussulti emotivi. E’ rispetto e devozione.

Emozionatissimi i genitori durante la formula di rito pronunciata dal console Patrizio Zunica, in compagnìa del cerimoniere Michele Di Domizio e del caposestriere Attilio Lattanzi della gloriosa  Porta Solestà, davanti al tempio di Sant’Emidio Rosso,  tra rulli di tamburi e squilli di chiarine.

Dopo due anni di silenzio dovuto alla pandemìa  festosamente si ritorna alla normalità. Virtus vincit omnia è il motto latino da osservare. Si appartiene al Sestriere se si scelgono i colori senza costrizione. Se si agisce per essere virtuosi. Se si è pronti ad amare, rispettare e onorare i propri colori, la gloriosa storia della Quintana e la città di Ascoli. Cresce così la Famiglia dei Solestanti.

In un clima familiare fortemente attaccato alle proprie radici e al proprio ambiente di vita. Tra tanti momenti di gloria e di gioia. Inni sonori. Simboli di valori che alimentano la voce del cuore. Esaltanti. Inenarrabili. Oltre ogni dimensione del tempo.

 

 

 

Redazione

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