Cultura

Cronache marziane / Lettere a Babbo Natale dei bambini molisani

15492443_1685303985113206_7108596580143306479_n
Il Babbo Natale di Villa Musenga a Campobasso

CRISTINA SALVATORE

Immaginando Babbo Natale nel momento in cui riceve le letterine di tutti i bambini del mondo, pure di quelli molisani.

“Allora, vediamo cosa scrive la piccola Angela dalla provincia di Campobasso. Ehm…  Elfo Aranel, tu sai per caso dove si trova Campobasso?”

“Certo, dovrebbe essere quel posto dove l’anno scorso siamo arrivati con più di cinque ore di ritardo distruggendo il clima di festa e l’equilibrio emozionale di tante famiglie!”

“Ah si, ricordo. Ci dobbiamo vestire pesante allora, che l’hanno scorso qui al Polo Nord si stava meglio!”

Indossati gli occhialini tondi sulla punta del naso, Babbo Natale comincia la lettura della missiva:

“Caro Papà Noel, sono una bambina di sei anni e sono stata tanto brava perciò vorrei che tu premiassi me e la mia famiglia regalandoci delle strade senza buche, una vacanza rilassante per tutti e un governo stabile. Tua Angela”.

Risposta: “Cara Angela, ho letto con attenzione il tuo scritto e non sono tanto sicuro che questi siano davvero i tuoi desideri. Questa lettera è stata vergata di tuo pugno? Perché  vengo chiamato ‘Papà Noel’ dai bambini in Argentina e Spagna, non per altro. In fondo cambiano i nomi, ma io sono sempre lo stesso. Tuo Babbo.”

Angela: “Caro Babbo Natale, come hai fatto ad indovinare? In realtà le cose che hanno scritto mamma e papà sono vere, però, ecco… diciamo che se mi portassi il bambolotto che fa la pipì quando beve dal biberon, che sbrodola dalla bocca e che chiude gli occhi quando lo sdrai, sarei più felice.  Ah, dimenticavo: se riesci e non ti crea problemi, potresti bruciare nel camino i cellulari di mamma e papà? Spesso sono così concentrati a guardare lo schermo che non si parlano. Oppure litigano. Grazie.”

Babbo Natale non dimentica e, sorseggiando un tè caldo, passa ad aprire altre letterine:

“Caro Santa Claus, mi chiamo Antonio e scrivo da Campobasso. L’anno scorso non ti ho inviato nulla perché ero in vacanza a New York con la mia famiglia e mi sono completamente dimenticato. Tanto poi, quando sono tornato a casa a Termoli, ho ricevuto in regalo la Play Station 4 da papà e due videogiochi da mamma. Quest’anno però vorrei ricevere una cosa nuova: mica potresti portarmi la Play Station 5? Lo so che ancora non è sul mercato ma tu puoi tutto perciò cerca di venirmi incontro. Poi se ti fa piacere, gradirei uno di quei giochi in cui devi  rubare i soldi, non farti beccare, scappare e lanciare le fiamme. E mi raccomando non dimenticarti una locomotiva a vapore, modellino dell’ottocento per papà che fa la collezione e non riesce a trovarlo. Grazie.”

“Carissimo Babbo Natale, io sono Francesco e sinceramente sono molto deluso per il regalo che mi hai fatto l’anno scorso. Ti avevo chiesto una tutina rosa per potermi iscrivere a danza e invece mi sono ritrovato con una maglietta blu, dei pantaloncini bianchi e scarpe con i tacchetti. Iscritto a calcio. Non fidandomi più di te, ti chiedo cortesemente di astenerti dal passare a casa mia quest’anno. Grazie.”

“Caro Babbo Natale, il mio nome è Chiara e vorrei chiederti un favore: io ho tutto, non ho bisogno di nulla. Ti prego quindi di costruire delle case per tutti i bambini di Aleppo e per quelli di Amatrice. Un bacio”.

Babbo Natale, alza la testa dalla scrivania, chiama l’elfo Aranel per un consulto e poi tuona:

“Aranel, fidato collaboratore, impugna la penna e prendi appunti per me.

Angela mi sembra una brava bambina,  perciò dobbiamo accontentarla. Per Natale le portiamo un bel fratellino. Farà la pipì dopo aver bevuto dal biberon, sbrodolerà dalla bocca e, se tutto va bene, quando lo stenderanno nella culla dovrebbe pure chiudere gli occhi. Ad ogni modo siamo certi di risolvere il problema smartphone che questi non troveranno più neanche il tempo di depilarsi”.

“E per Antonio, invece?”

“Caro Aranel, Antonio lo accontentiamo con un bel dvd sulla storia del Parlamento dalla prima alla seconda Repubblica fino ai giorni di oggi. Troverà gente che ha rubato soldi, che ha cercato di non farsi beccare e che una volta scoperta ha provato a scappare dalla folla che voleva appiccare un rogo”.

“E con il trenino?”

“Gli lasciamo la freccia del Molise. Così com’è.”

“Babbo Natale, adesso però è il momento di Francesco. Come ci possiamo far perdonare per l’anno scorso?”

“Ma come? Non ricordi? Noi gli avevamo preso esattamente la tutina rosa con le scarpette da ballerino. Solo che i genitori, quando hanno trovato il regalo sotto l’albero, l’hanno cambiato con una divisa da calcio. Quest’anno, caro Aranel, il regalo lo faremo a loro. Gli porteremo tutta la cronaca di questi anni raccolta in un fascicolo. Dovranno leggere le storie di chi non ha retto il peso di dover diventare quello che volevano gli altri, di chi è stato picchiato e umiliato perché diverso e di chi, solo scappando lontano, ha potuto  assaporare la felicità di essere sé stesso. Scoprire di piacersi e piacere. Sarà una bella lezione, vedrai”.

“Bene. Resta Chiara. Questa è impossibile da accontentare, Babbo.”

“Invece no, fedele Aranel. Possiamo chiederle di parlare ai suoi amici, alla sua famiglia, a tutte le persone che incontrerà quando sarà grande, così come ha fatto con noi. La guerra si sconfigge educando i giovani, insegnando loro a diffondere amore e ragione. Chiara, e tantissimi bambini come lei, cambieranno il mondo un giorno. Fidati di me”.

 

Redazione

CBlive

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button