Sanità, l’Adoc denuncia: “Addio esenzioni per 203 prescrizioni. A rischio salute il 10% degli italiani”

spesa-sanitaria-2Con l’entrata in vigore del “Decreto Appropriatezza”, approvato il 9 dicembre 2015 ed entrato in vigore dal 21 gennaio 2016, oltre 200 prestazioni mediche, 203 per l’esattezza, dovranno ora essere pagate di tasca propria dal cittadino, in quanto la fruizione del ticket in merito è stata limitata a condizioni piuttosto restrittive.

Il decreto ha individuato le condizioni e definito le indicazioni di appropriatezza prescrittiva. In particolare saranno due le condizioni di erogabilità da valutare: lo stato personale e clinico del paziente beneficiario, la finalità terapeutica, diagnostica, prognostica o di monitoraggio.

Tra le prestazioni fuori tutela e sottoposte alla dette condizioni ci sono anche analisi che si effettuano abbastanza spesso per prevenire importanti patologie, come colesterolo e trigliceridi: queste analisi possono essere ora prescritte in casi ben precisi, dietro valutazione di opportunità del medico. Il medico subirà delle salate sanzioni, per le prescrizioni non strettamente necessarie.

Saranno a carico del paziente, se fuori delle condizioni di erogabilità previste dal decreto, le prestazioni riguardanti: Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio, Dermatologia allergologica, Medicina nucleare.

È altrettanto chiaro che, per molti cittadini, non poter fruire del ticket significherà dimenticare la prevenzione: esistono delle analisi che, senza la tutela, arrivano a costare migliaia di euro.

“Il taglio delle esenzioni rischia di far impennare il numero degli italiani che non si fanno visitare, a causa dei costi sanitari troppo elevati – dichiarano dall’Adoc nazionale e regionalesecondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, difatti, il 7% dei cittadini oggi rinuncia a farsi visitare perché il costo della prestazione è troppo alto, la lista d’attesa è troppo lunga oppure l’ospedale è troppo distante. Considerando che, con l’entrata in vigore del decreto, per oltre 200 prestazioni, dalle cure odontoiatriche a quelle dermatologiche, il costo ricadrà solo sul cittadino, tranne in determinati casi, il rischio che questa percentuale aumenti è alto. Con la conseguenza di un aggravio dei rischi per la salute per tutti coloro impossibilitati a permettersi determinate visite. Ancora peggiore la situazione per il settore dentistico: ad oggi solo 4 italiani su 10 fanno visite regolari dal dentista. La causa principale è il costo elevato, e la situazione tende a peggiorare sempre di più. Pur comprendendo l’esigenza di razionalizzare le spese del Servizio Sanitario Nazionale, ci auguriamo solo che a rimetterci non siano i cittadini, il cui diritto fondamentale alla salute deve essere tutelato nella maniera più ottimale. Ad oggi, inoltre, mancano anche polizze malattia e coperture assicurative in grado di coprire adeguatamente le spese mediche sostenute”.

L’Adoc, dunque, ritiene fondamentale individuare soluzioni che permettano alle famiglie di risparmiare e al tempo stesso di ricevere servizi di qualità assicurata.

Redazione

CBlive

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