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Sanità, il caso Calabria che potrebbe blindare i commissari del Molise. La Corte Costituzionale: “Legittime le nomine del Consiglio dei ministri”

Legittima la nomina dei commissari alla sanità della Regione Calabria. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale nella sentenza del 3 luglio  scorso e depositata ieri, 24 luglio.

“Spettava allo Stato e, per esso, al Consiglio dei ministri nominare il commissario ad acta e il subcommissario per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria, nella riunione del 7 dicembre 2018”, si legge infatti nella sentenza che ha respinto il ricorso della Regione Calabria, dove si sollevava un conflitto di attribuzione tra enti nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri, relativamente alla nomina dei commissari per la sanità calabrese.

Secondo la Regione inoltre “l’intervento statale in materia di commissariamento si sarebbe svolto oltre i limiti temporali normativamente consentiti, con conseguente lesione della sfera di competenza regionale”.

Una decisione, quella della Suprema Corte, che lascia pochi spazi anche al Molise e alle speranze del governatore Donato Toma che ha contestato duramente le nomina fatta dal Governo gialloverde, impugnando le stesse proprio dinanzi la Consulta.

Si tratta di un ricorso avanzato per chiedere la legittimità della norma approvata dal Governo che sancisce l’incompatibilità tra la carica di presidente e quella di commissario ad acta alla sanità. La nomina dei due commissari, come si ricorderà, è stata anche impugnata al Tar Molise.

Redazione

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