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Campobasso, esecutivo a cinque. Prossimi assessori Maio, Chierchia, Salvatore, Colagiovanni e Sabusco. Iafigliola presidente del consiglio

Battista, neosindaco di Campobasso, alla prima uscita ufficiale
Battista, neosindaco di Campobasso, alla prima uscita ufficiale

GIUSEPPE FORMATO

Si apre al Comune di Campobasso il rush finale per la composizione dell’esecutivo. I partiti e i movimenti civici della maggioranza del sindaco Antonio Battista reclamano ognuno il posto in Giunta. Sarà quasi naturale che, dopo le promesse preelettorali, più di qualcuno potrà restare a bocca asciutta e, di conseguenza, inizieranno i primi mal di pancia all’interno della maggioranza. Anche perché, è opportuno ricordarlo, la maggioranza della nuova amministrazione comunale è camaleontica: ben nove consiglieri su venti sono gli esponenti che, senza soluzione di continuità, resteranno dalla parte del sindaco, nonostante sia cambiato nel frattempo il colore politico di Palazzo San Giorgio. Cinque anni con Di Bartolomeo, i prossimi cinque con l’ex ‘nemico’ e avversario politico Battista: si tratta di Michele Ambrosio, Guido Sabusco, Salvatore Colagiovanni, Antonio Columbro, Elio Madonna, Sabino Iafigliola, Pasquale Colarusso, Francesco Sanginario e Gianluca Maroncelli, solo quest’ultimo assente nella precedente amministrazione, ma ‘macchiato’ dalla candidatura alla Provincia di Campobasso nel 2011 tra le fila di ‘Molise Civile’, a supporto dell’attuale presidente dell’ente di via Roma, Rosario De Matteis.

Stando ai rumors delle ultime ore, la Giunta Battista sembra essere quasi completa, con l’ex ferroviere che dovrebbe avvalersi di cinque assessori. A fare la parte del leone, come era prevedibile alla vigilia, sarà il Partito Democratico, che avrà tre assessorati o, in alternativa, due posti in Giunta e la presidenza del consiglio. Sotto quest’ultimo profilo, Pietro Maio, che ha già ricoperto la carica dal 2004 al 2009 con Di Fabio sindaco, accetterebbe di buon grado la poltrona, che consente di mantenere lo status di consigliere. Sicure di un posto da assessore, in quota Pd, sono Bibiana Cherchia (cultura?) e Alessandra Salvatore (politiche giovanili?) e, di conseguenza, chi entrerà in consiglio comunale al loro posto sono Giovanna Viola e Giuseppe D’Elia, rispettivamente, prima e secondo dei non eletti. Carlo Landolfi, terzo dei non eletti, deve aspettare: se Maio dovesse essere nominato assessore, anche lui entrerebbe a far parte dell’assise di Palazzo San Giorgio, altrimenti resterà in panchina, aspettando con ansia il primo rimpasto di Giunta, per ambire alla carica di consigliere comunale.

Ad ambire alla poltrona di presidente del consiglio, comunque, sarebbe anche Sabino Iafigliola dei Popolari per l’Italia, la lista messa in piedi dal presidente dell’assemblea di Palazzo Moffa, Vincenzo Niro. E, così, anche in questo caso ad attendere buone nuove è l’ex Popolo della Libertà, Federico Sarli, che spera ovviamente che Iafigliola entri in Giunta e non si ‘accontenti’ della poltrona di presidente del consiglio comunale. Per Sarli stesso discorso di Landolfi.

Chi ha già la certezza di far parte dell’esecutivo di Battista è Salvatore Colagiovanni dell’Italia dei Valori e al suo posto in consiglio entrerà Giovanni Di Giorgio, ex assessore dell’era Di Bartolomeo.

A questo punto Battista potrà accontentare altre due sole liste e, quasi certamente, uno tra Michele Ambrosio e Massimo Sabusco faranno parte della Giunta comunale, con il secondo, già presidente del consiglio nella precedente amministrazione Di Bartolomeo, in vantaggio sul primo, nonostante Ambrosio abbia ottenuto dieci voti di vantaggio sul fratello del consigliere regionale Giuseppe Sabusco, regista dello spostamento dell’UdC dal centrodestra al centrosinistra.

Resterebbero fuori dall’esecutivo Maurizio D’Anchise dei Comunisti Italiani, nonostante le 412 preferenze e uno ‘sponsor’ che risponderebbe al nome di Augusto Massa; Michele Durante (373 voti) di Lab; Gianluca Maroncelli di Segnale Civico, nonostante le promesse preelettorali fatte al coordinatore regionale del movimento, Maurizio Mitro, che all’ultimo momento ha spostato la sua lista dalla coalizione di Scasserra a quella di Battista e, dunque, decisivo per evitare il ballottaggio; e l’ex Popolo della Libertà, Elio Madonna di Centro Democratico, l’unico al quale lo status di semplice consigliere comunale va più che bene, considerando che cinque anni fa, secondo eletto in assoluto, rinunciò all’assessorato offertogli da Di Bartolomeo.

Speravano, così, di entrare in consiglio comunale i primi dei non eletti delle liste che resteranno fuori dall’esecutivo, ma per il momento saranno solo spettatori delle vicende amministrative cittadine: Adele Emma de Capoa (Comunisti Italiani), Teresa Cuomo (Lab), Mario Annuario (Segnale Civico) e Aldo Giglio (Centro Democratico).

Un interessante spunto per una buona opposizione è quello relativo alle mosse delle minoranze. Al momento in consiglio comunale gli esponenti della maggioranza sono venti, oltre al sindaco Battista.

All’opposizione ci saranno i tre candidati alla carica di sindaco: Roberto Gravina per il Movimento Cinque Stelle, Michele Scasserra per il Polo Civico e Gino Di Bartolomeo, che ha corso con la sola Forza Italia.

Con Gravina ci saranno i tre esponenti del Movimento Cinque Stelle, Simone Cretella, Luca Praitano e Paola Felice.

Con Scasserra ci saranno Michele Coralbo (Polo Civico), Francesco Pilone e Marialaura Cancellario (Democrazia Popolare), Alberto Tramontano (Città Amica) ed Enrico Perretta (Campobasso Nuova).

Con Di Bartolomeo ci sarà l’ex assessore ai lavori pubblici negli ultimi tre mesi della precedente amministrazione, Alessandro Pascale, eletto tra le fila di Forza Italia.

Dodici sono i consiglieri di minoranza, appartenenti a due aree differenti: toccherà ai leader dei rispettivi schieramenti trovare un punto d’intesa e portare avanti una politica di opposizione congiunta, per un dialogo politico-amministrativo costruttivo e di controllo nei confronti della maggioranza.

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