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Il ricordo di Aldo Moro a Molise Cinema con Fabrizio Gifuni e Marco Damilano

Il pomeriggio della quarta giornata di Molise Cinema Film Festival è stato dedicato alla figura di Aldo Moro in concomitanza con la proiezione di Esterno notte di Marco Bellocchio in cui Fabrizio Gifuni interpreta il presidente della Democrazia Cristiana. All’incontro con Fabrizio Gifuni, ospite illustre di questa ventesima edizione di Molise Cinema, anche Marco Damilano, giornalista ed ex direttore de L’Espresso accolto da applausi da tutto il pubblico presente in arena, ed Ermanno Taviani, insegnante e storico.

Il fulcro della discussione che si è aperta sul palco si è basata sulla figura di Aldo Moro, in particolare sulla rappresentazione cinematografica che i vari registi, nel corso degli anni, hanno elaborato. I dettagli della storia che si cuce intorno alla vita di Aldo Moro sono stati messi in risalto in tante opere ed è proprio da questo punto che si allacciano le questioni trattate sul palco: le dinamiche politiche, la storia e il contesto in cui operavano le Brigate Rosse, la storia dell’Italia negli anni di piombo.

Aldo Moro, leader politico lontano dalle personalizzazioni ai quali siamo attualmente abituati, è stata una figura che ha può essere considerata come un punto di separazione tra la politica di quegli anni e ciò che è avvenuto dopo il suo rapimento. Così sostiene Fabrizio Gifuni, esprimendo le difficoltà nell’interpretare un uomo dal carisma importante custode del peso della storia politica. Infatti il suo lavoro parte dalla ricerca sul vissuto di Aldo Moro, studiando i documenti ufficiali e storici che aiutano a ripercorrere la vita del politico, allontanandosi dalle speculazioni, teorie, e complotti che negli anni hanno caratterizzato parte dell’informazione del nostro Paese.

L’incontro con Marco Bellocchio che è uno dei registi più grandi del mondo è stata una coincidenza. Marco aveva deciso di ritornare dopo vent’anni su questa storia, io mi ero messo a lavorare da un altro punto di vista sempre su questa vicenda, abbiamo messo insieme queste due passioni ed è venuto fuori un lavoro molto importante”, queste le parole di Fabrizio Gifuni sul primo capitolo di Esterno notte uscito nelle sale nel maggio 2022.

Gli apprezzamenti per il film e l’ottima riuscita dell’interpretazione sono parole di introduzione del discorso di Marco Damilano; il ricordo, oltre alla lunga serie di conoscenze sulla vita politica di Aldo Moro, si intreccia in modo personale con la storia della sua vita, racconta: “Quella mattina, il 16 marzo 1978, successe qualcosa di incredibile e di rimosso dalla nostra memoria collettiva: le porte delle scuole si aprirono alle 10 del mattino, arrivarono i genitori e trascinarono via i bambini. Io di questa giornata ho particolare memoria perché vivevo nel quartiere della Balduina ed ero passato pochi minuti prima della strage con il pullmino che portava a scuola”.

I riferimenti alle scene del film sono per Marco Damilano degli spunti che rappresentano snodi fondamentali sui quali ragionare per capire la storia e il contesto in cui avviene la strage di Via Fani, sottolineando un’attenzione particolare al momento storico e politico che stiamo attualmente vivendo. “Della mia generazione abbiamo il problema del perché siamo cresciuti in questo Paese senza memoria e abbiamo interesse a trovare quel punto in cui c’è stata una scissione, in cui qualcosa si è spezzato. Mentre, chi viene prima di noi ha assistito a questa scissione e cerca il senso un significato per ricostruirla. Fabrizio Gifuni è anche questo: è un figlio che dà il suo corpo per interpretare un padre che non c’è più”, sostiene il giornalista.

In seguito all’incontro con Fabrizio Gifuni e Marco Damilano, nell’arena è stato proiettato il film “Il buco in testa” di Antonio Capuano con Teresa Saponangelo e Tommaso Ragno. Rimanendo sempre nel tema degli anni di piombo, il film racconta la storia di Maria Serra una donna che vive in provincia di Napoli, disoccupata e nessuna relazione sentimentale, vive con la madre che non parla.
Prima della sua nascita, suo padre è stato ucciso da un attivista dell’estrema sinistra durante una manifestazione a Milano. Quando Maria viene a sapere il nome dell’omicida gli dà un volto, scopre che ha scontato la sua pene e decide di incontrarlo. La vita della protagonista si intreccia con quella di altri personaggi che combattono e convivono quotidianamente con le difficoltà di un contesto abbandonato e nelle mani della camorra.

Domenica ci sarà la serata conclusiva di questa ventesima edizione di Molise Cinema Film Festival con le premiazioni di tutte le sezioni.

Federica Prezioso

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