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Personale Sanità, Primiani (M5S): “Da Toma proclami fuorvianti”

“In queste ore emergono le prime dichiarazioni sul Piano operativo sanitario approvato in gran segreto dal presidente-commissario. Ma è già chiaro che Donato Toma sta cercando, ancora una volta, di gettare fumo negli occhi dei molisani”, scrive il consigliere regionale pentastellato Angelo Primiani.

“Partiamo dal problema principale della sanità molisana: la carenza di personale. Già nel 2018, a inizio legislatura, lanciammo l’allarme: i nostri ospedali si sarebbero svuotati tra personale in età pensionabile e mancanza di ricambio generazionale. Per far fronte alla situazione ci attivammo subito con il Ministero della Salute per ottenere lo sblocco del turnover e fummo ascoltati. Ma la consueta lentezza dell’Azienda sanitaria regionale non ha mai permesso di approfittare dell’enorme occasione di rilancio dei nostri ospedali pubblici. Se è vero che qualche bando è stato pubblicato, è altrettanto vero che, spesso, tra la pubblicazione degli avvisi e la redazione delle graduatorie, gran parte dei partecipanti trova impiego in altre regioni. Questo trend non è mai stato invertito – prosegue Primiani – Poche settimane fa abbiamo rilanciato il problema con una interrogazione a mia prima firma e rivolta ai vertici Asrem. La risposta dell’Azienda sanitaria è pressoché identica a quanto dichiarato da Toma e cita numeri che sembrano confortanti ad una prima occhiata. Dire, infatti, che in Molise saranno assunti oltre 900 professionisti, tra medici e infermieri, appare un’ottima notizia.
Peccato che quei numeri sono molto simili a quelli già riportati Piano di fabbisogno del personale nel triennio 2018-20. Un Piano che, però, nei fatti non è mai stato attuato e che prevedeva 840 unità da ingaggiare nel triennio, alle quali vanno aggiunte circa 350 persone in via di pensionamento.
Stando ai dati forniti dal Direttore generale Asrem, Oreste Florenzano, tra il 2018 e il 2020, sono state assunte, per concorso, stabilizzazione o mobilità, 688 unità: meno di quelle previste nel Piano del fabbisogno. Basti solo pensare che nel 2019, quindi nel pre pandemia, a fronte di un fabbisogno assunzionale pari a più di 600 unità ne sono state contrattualizzate solo 358. A questi dati bisogna aggiungere che circa 170 tra medici, infermieri e personale amministrativo ha cessato dall’incarico per quiescenza, mobilità e dimissioni volontarie.
Un maggiore approfondimento va effettuato sulla tipologia di contratti, poiché in alcuni casi, a fronte di assunzioni a tempo indeterminato, si è provveduto alla stipula di contratti a tempo determinato o di prestazioni libero professionali. Stando ai dati forniti dalla stessa Asrem, tale fenomeno sembra acuirsi proprio durante il periodo di pandemia e tal proposito non dimentichiamo la vicenda degli Operatori socio sanitari impiegati durante il picco emergenziale e poi rimandati a casa senza tutele né prospettive.
C’è poi da aggiungere che, incrociando i dati relativi ai contratti a tempo determinato, è chiaro come siano conteggiati i singoli contratti firmati, anche se si tratta di più rinnovi per la stessa persona. Un effetto moltiplicatore che non fornisce un quadro realistico della perdurante carenza di personale medico-sanitarie tant’è che le nostre corsie sono sempre state in affanno.
Insomma, rispetto al Piano assunzionale 18/21 sono state fatte meno assunzioni di quelle programmate, un dato al quale vanno aggiunte le procedure lente e farraginose dei concorsi e i pensionamenti. E allora: dove sono questi grandi numeri sbandierati dal presidente-commissario come panacea di tutti i mali?
Se i massimi decisori regionali in materia sanitaria, Toma e Florenzano, volessero essere sinceri nei confronti dei cittadini, dovrebbero ammettere che i nostri concorsi non sono appetibili e che l’incerto operato dell’Asrem ne è la causa. L’appello al Commissario – conclude Primiani è quello di evitare proclami, fare tesoro dell’esperienza negativa registrata con il vecchio piano assunzionale e lavorare per rendere maggiormente efficiente il servizio deputato alla gestione delle risorse umane che oggi, è evidente, non funziona”.  

Redazione

CBlive

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