Alleanza tra ricerca e industria, al Neuromed una visione condivisa dell’Innovazione per il futuro del Paese

un momento della visita nel Centro ricercheL’importante non è solo andare d’accordo ma andare nella stessa direzione. È con questa citazione che si è concluso il meeting “Reti di impresa in Ricerca e Sanità – modelli di integrazione tra ricerca traslazionale e industria”, organizzato da Confindustria e Istituto Neuromed. Sul palco il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il presidente Confindustria Molise, Mauro Natale, Luigi Frati direttore Scientifico Neuromed, Luigi Nicolais Chief Innovation Officer Neuromed, il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, il direttore Generale di Campania Bioscience, Amleto D’Agostino, il presidente della Rete Alleanza contro il Cancro, Ruggero De Maria, il rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, il presidente di RetImpresa, Antonello Montante, Giselda Scalera del Ministero della Salute, Fabrizio Tagliavini presidente associazione Rete IRCCS delle Neuroscienze e Neuroriabilitazione, Elena Tremoli Presidente Rete IRCCS Cardiologici.

L’incontro, avvenuto presso la Sala Conferenze del Parco Tecnologico dell’Istituto di Pozzilli e moderato dal giornalista Alfonso Ruffo, ha visto la partecipazione di esponenti di altissimo rilievo del mondo della Ricerca, dell’Industria, delle Istituzioni territoriali e in ambito sanitario. Alla base l’idea di creazione una rete che possa far incontrare mondo della ricerca e mondo dell’impresa, con la volontà di promuovere e mantenere la competitività del Paese sulle basi dell’innovazione e della ricerca scientifica.

Per questo oggi i rappresentanti delle reti formate da Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, nei settori della Cardiologia, dell’Oncologia e delle Neuroscienze si sono confrontati con gli esponenti di Confindustria, del mondo dell’Università e delle Istituzioni ministeriali al fine di dare un ulteriore impulso al dibattito sulle prospettive di reti che non riguardino solo la biomedicina in senso stretto, ma che puntino ad una innovazione di alto livello che possa generare ricadute su settori molto più ampi.

“Neuromed è un modello.  – ha commentato il presidente di Confindustria, Vincenzo BocciaCon esempi come questo dobbiamo fare in modo che la cultura imprenditoriale del Paese vada avanti. Ricerca e industria sono due componenti determinanti. L’industria deve la sua competitività all’innovazione. La contaminazione e il connubio tra questi due mondi sono l’elemento determinante nel futuro dell’industria italiana. Costruendo una cultura delle reti è possibile donare un nuovo corso alla nostra economia; diventando grandi ma restando piccoli. Con questo progetto le aziende si alleano, si aggregano, e costruiscono progetti importanti e competitivi.  Occorre per questo una politica fiscale più aggressiva sulle reti. Più positiva. Che dia questa linea di filiera sia orizzontale che verticale, in cui il mondo dei servizi si colleghi al mondo dei prodotti. L’Italia industriale del futuro passa attraverso le reti.”

Il direttore scientifico Neuromed ha sottolineato l’importanza della giornata e dell’interazione tra ricerca scientifica di avanguardia e mondo produttivo. “In Italia – ha detto Luigi Fratiquesto sistema sembra quasi osteggiato, che le reti a finanziamento di ricerca pubblico si interfaccino con il mondo della produzione. Quasi fosse un peccato mortale. Mentre nel resto del mondo, come USA, UK, Germania, questa contaminazione è assolutamente favorita. Questo farebbe sì che le reti che stiamo costituendo, favorite dal Ministero della Salute (Neuroscienze, Oncologia, Cardiovascolare, o su temi specifici), abbiano risorse non solo dal pubblico, peraltro sempre più scarse, ma anche dal privato che è interessato all’innovazione tecnologica, quindi a produrre e generare ricchezza e occupazione, volano del benessere di un Paese. Se non si migliora l’interazione tra pubblico e privato non credo che riusciremo a essere competitivi sul piano internazionale. E poi c’è da capire le risorse che sono a disposizione. Il problema vero è far sì che ci possa essere una mobilità maggiore di ricercatori fra i diversi sistemi. Tra ricerca del Ministero della Salute, CNR, Università, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per fare alcuni esempi.”

“Abbiamo bisogno di competenze diverse.  – ha affermato Luigi Nicolais, Chief Innovation Officer NeuromedDobbiamo accelerare i tempi della ricerca traslazionale vale a dire del trasferimento dei risultati dal laboratorio al paziente e viceversa. È per questo che le reti sono di estrema importanza. Alla base vi è una mentalità che guarda al futuro. Usciamo da un periodo in cui eravamo abituati ciascuno a lavorare nel proprio laboratorio. Finalmente ci siamo accorti che se vogliamo fare qualcosa di veramente utile dobbiamo interagire. Pensiamo alla diagnostica per immagini, che non potrebbe esistere se non avessimo un buon biologo, un buon fisico, un buon matematico che lavorano assieme. Bisogna anche insegnare ai nostri giovani che non esiste l’ora di latino, l’ora di matematica o l’ora di storia. Dovremmo insegnare a discutere di un problema”mettendo insieme tutte le discipline”.

Redazione

CBlive

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