Inchiesta ‘I treni del gol’, il termolese Fernando Arbotti non parla davanti al Gip

L'avvocato e procuratore sportivo, Fernando Arbotti
L’avvocato e procuratore sportivo, Fernando Arbotti

L’agente Fifa di Termoli, Fernando Arbotti, ai domiciliari da otto giorni per essere stato coinvolto nell’inchiesta partita dalla Procura di Catania ‘I treni del gol’, non ha risposto alle domande del Giudice per le Indagini Preliminari di Larino, Roberto Cappitelli.

Il 55enne avvocato, difeso dai legali Angelo Sbrocca (sindaco di Termoli) e Nicola De Cristofaro, ha preferito non parlare, seguendo la stessa linea di altri sei indagati. Non quella del presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, che quarantotto ore prima dell’interrogatorio di Arbotti, aveva ammesso, davanti al Gip di Catania, di aver provato ad aggiustare cinque partite al costo di centomila euro l’una, al fine di salvare il team etneo dalla retrocessione in serie C.

Alla fine dell’interrogatorio, durato dieci minuti prima del rientro di Arbotti nella sua abitazione a Termoli dove sta scontando la misura cautelare, Sbrocca ha affermato che, nonostante le ammissioni di Pulvirenti, per la strategia difensiva del procuratore non cambie niente.

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