Nel giorno di San Valentino la campagna contro la violenza di genere della Polizia di Stato ‘Questo non è amore’

scuola ripalimosani polizia di stato questo non è amoreNell’ambito del progetto “Questo non è amore”, partito nel luglio 2016 con il Camper itinerante della Polizia di Stato che ha fatto tappa in diversi comuni della Provincia di Campobasso, oggi, 14 febbraio 2017, la Questura di Campobasso ha avviato una campagna informativa che verrà effettuata nelle attività commerciali ove abitualmente il giorno di San Valentino vengono acquistati dei “pensierini” da regalare alla persona amata.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare su un tema, quale quello della violenza di genere che proprio in momenti sereni, come quello della festa degli innamorati”, non può non far dimenticare chi è vittima di reato. L’Amore certamente non può essere manifestato in un solo giorno, ma richiede gesti concreti e quotidiani nella vita di ogni giorno.

L’iniziativa ha avuto un’anticipazione, di carattere culturale, con un seminario che si è tenuto il 13 febbraio con gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” di Ripalimosani, dove la Polizia ha incontrato docenti e alunni per lanciare messaggi positivi di vita vissuta, proiettando, tra l’altro, un monologo di Paola Cortellesi che la RAI aveva mandato in onda qualche tempo addietro in una trasmissione serale sulla rete ammiraglia in prima serata. Inoltre è stato valorizzato il testo della canzone sanremese di Fiorella Mannoia “Che sia benedetta”, un inno alla vita da custodire e valorizzare.

Nella mattinata di domani, gli Agenti della Polizia di Stato affiggeranno nei negozi e presso i luoghi di aggregazione una locandina e distribuiranno dei segnalibro, ove è riportato il messaggio “Amare è rispetto, condivisione, fiducia, libertà”. E con i riferimenti al “progetto Camper”   “Questo non è amore”, ove sono richiamati gli eventi che sono la negazione dell’amore: “Se ti ricatta … non è amore. Se minaccia te o i tuoi figli … non è amore. Se ti isola, umilia, offende …non è amore. Se ti perseguita con mail e sms ossessivi ….non è amore. Se ti prende con violenza quando non vuoi … non è amore. Se ti chiede “l’ultimo appuntamento” …non è amore”. Se ti uccide …non è amore”.

Chi intende acquistare un regalo per il proprio partner, ritiri anche il pieghevole che può essere motivo di riflessione nella coppia. Un piccolo gesto, quasi insignificante, che può essere riempito di contenuti proprio dai protagonisti del rapporto.

La flessione negli ultimi due anni dei delitti tipici (dai femminicidi, alle violenze sessuali, dai maltrattamenti in famiglia agli atti persecutori) non ferma l’impegno di prevenzione: non solo perché il numero assoluto delle vittime continua ad essere inaccettabile, ma perché l’esperienza di polizia e delle associazioni da tanti anni impegnate su questi temi mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia. Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche, ma che è spesso il triste copione di un crescendo di violenza che si alimenta con l’isolamento.

Ogni tre giorni e mezzo avviene in media l’omicidio di una donna in ambito familiare o comunque affettivo, mentre ogni giorno, sempre ai danni di donne, si registrano 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse, 9 di violenze sessuali.

Questi più in dettaglio i dati di tutte le forze di polizia:

  • gli omicidi di donne in ambito familiare sono stati 117 nel 2014, 111 nel 2015, 108 nel 2016;
  • gli atti persecutori (circa il 76% in danno delle donne) 446 nel 2014, 11.758 nel 2015, 11.400 nel 2016;
  • i maltrattamenti in famiglia (circa l’81% in danno delle donne) 261 nel 2014, 12.890 nel 2015, 12.829 nel 2016;
  • le percosse (circa il 46% in danno delle donne) 285 nel 2014, 15.249 nel 2015, 13.146 nel 2016;
  • le violenze sessuali (oltre il 90% in danno delle donne) 4257 nel 2014, 4000 nel 2015, 3759 nel 2016.

Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.

In questa prospettiva si muove l’adozione dall’inizio dell’anno del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia. Procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterate.

Redazione

CBlive

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button