Politica

Amministrative 2019, il tavolo del centrodestra boccia le primarie. A decidere saranno la classe politica regionale e i consiglieri comunali. Cittadini ancora esclusi dall’essere gli attori principali delle scelte

Il centrodestra si è riunito nel pomeriggio di lunedì 11 febbraio 2019 per un primo interlocutorio incontro, in vista delle Amministrative 2019. Al tavolo erano presenti, insieme al governatore Donato Toma, i segretari dei partiti e movimenti attualmente rappresentati in Consiglio Regionale: Forza Italia, Orgoglio Molise, Lega, Fratelli d’Italia, Udc e i Popolari per l’Italia. Al tavolo c’erano Annaelsa Tartaglione, Vincenzo Cotugno, Luigi Mazzuto, Salvatore Micone, Filoteo Di Sandro e Andrea Di Lucente. Presente anche l’ex governatore Iorio, il quale avrà il suo peso specifico con il gruppo che rappresenta, ‘Iorio per il Molise’.

Dal tavolo sarebbe emersa la volontà di presentarsi uniti alle elezioni comunali di Campobasso e Termoli, anche sulla scia di quanto avvenuto in Abruzzo, dove il centrodestra ha ripreso in mano il governo regionale, superando il 50% dei consensi. Attenzione sarebbe stata posta anche sui Comuni più piccoli chiamati alle urne, dove il centrodestra vorrebbe seguire da vicino l’evolversi della situazione in ogni singolo territorio.

Chi si aspettava, soprattutto per Campobasso e Termoli, già i nomi dei candidati sindaci è rimasto deluso. Dal primo interlocutorio incontro, infatti, si sarebbe parlato del metodo da adottare per la scelta degli aspiranti primi cittadini. Il tavolo (non all’unanimità) avrebbe scartato l’ipotesi primarie, lo strumento democratico, adottato per le elezioni comunali di Foggia e Bari, che permette ai cittadini di scegliere il proprio candidato sindaco. Ma, soprattutto, questo temporeggiare metterà in difficoltà chi deve comporre le liste. I cittadini, infatti, prima di metterci la faccia vogliono decidere chi sarà il proprio punto di riferimento.

Le primarie erano state chieste sia a Campobasso, da Democrazia Popolare, sia a Termoli, ma anche a livello regionale, dalla consigliera regionale Aida Romagnuolo, capogruppo della Lega a Palazzo D’Aimmo.

I referenti dei partiti, infatti, avrebbero deciso di affidarsi agli assessori regionali, ai consiglieri regionali e ai consiglieri comunali uscenti, quale filtro dei cittadini, per pensare al programma e ai nomi dei candidati sindaci da portare al tavolo. Soprattutto su questo punto, però, non ci sarebbe stata convergenza, poiché si rischierebbe per l’ennesima volta di scartare dalle scelte la base, ovvero il popolo che sarà chiamato alle urne. E la cittadinanza, se ancora esclusa, potrebbe rispondere come avvenuto in Abruzzo, dove si è recato soltanto il 52,5% degli aventi diritto al voto, ovvero poco più della metà. Lo stesso risultato che si registrò alle in Molise alle Regionali del 2018, quando fu il 52,16% a recarsi alle urne. Segno, questo, del continuo allontanamento dei cittadini dalla politica, per l’esclusione dalle scelte importanti.

 

Redazione

CBlive

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