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Reddito di cittadinanza, taglio ai vitalizi e stop alla corruzione: Di Maio lancia la volata a Gravina con lo sguardo a una nuova Europa

Consulenze e poltrone da eliminare: la piazza approva ed esulta. Bordate al governo regionale

Parte da quanto è stato fatto per arrivare alla strada che bisogna ancora percorrere. Il vice premier Luigi Di Maio torna a Campobasso per tirare la volata al candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle, Roberto Gravina, ma anche per orientare il voto alle prossime Europee.

Insieme a lui, sul palco, c’è la squadra per la circoscrizione meridionale, oltre al consigliere regionale Andrea Greco e al candidato allo scranno più alto di Palazzo San Giorgio.

Quota 100, reddito e pensione di cittadinanza i cavalli di battaglia del Ministro del Lavoro dinanzi a una piazza gremita.

“Proprio ora ho incontrato una signora che mi ha detto come, grazie a noi, sia arrivata a prendere più di 700 euro al mese di pensione. È questo che ci spinge ad andare avanti. Abbiamo iniziato da 500mila pensionati minimi ma faremo molto di più”.

Un aiuto a chi ha bisogno che Di Maio non tralascia di ricordare come sia stato finanziato “tagliando le pensioni d’oro e i vitalizi”. “Se non mi credete, fate la prova del nove. Prendete l’elenco telefono, cercate il numero di Cirino Pomicino (ex onorevole democristiano ndr) e chiedetegli quanto prende di pensione dallo scorso primo gennaio. Ve lo dico io: solo i contributi che ha versato e non la pensione d’oro di prima”.

Poi è la volta del taglio ai vitalizi degli ex consiglieri regionali. Ed è proprio qui che la piazza si infiamma e fa sentire applausi e grida di approvazione.

Abbiamo detto a chi vi amministra a livello locale: entro giugno o tagliate i vitalizi o tagliamo gli stipendi agli attuali consiglieri regionali. Gli ex sono spesso quelli che portano i voti per eleggere gli attuali: è cosìdice Di Maio – che abbiamo creato uno stallo alla messicana nel quale sono stati imbambolati tutti e due”.

Altra priorità in agenda: salario minimo orario, di 9 euro all’ora. “È una legge che mi stanno chiedendo gli imprenditori onesti, scavalcati, ogni giorno, da chi sottopaga il personale. La faremo”. È questa la certezza che il vicepremier affida alla piazza, a cui ricorda come “il Governo durerà altri 4 anni”.

“Quando qualcosa non va noi lo diciamo chiaramente, ma non mettiamo mai in discussione il Governo. Continuiamo solo ad operare in base al mandato che abbiamo ottenuto dagli elettori. Ecco perché – spiega Di Maio – avevo il dovere di chiedere un passo indietro al sottosegretario Siri. Altrimenti, saremmo stati come tutti gli altri”.

“A livello locale per noi è più difficile”, ammette poi con rammarico Di Maio che a questa affermazione fa seguire subito dopo una serie di parole per spiegare come la maglia della corruzione sia più radicata nei territori, dove le nomine e i concorsi “truccati” permettono a molti di essere “sotto ricatto della politica”. Dimensione quest’ultima, tangibile per Di Maio, soprattutto nel comparto sanità.

Ed è qui che arriva la stoccata al governo regionale che “al commissario alla sanità non gli ha fatto trovare nemmeno i riscaldamenti accesi in ufficio. Giustini ha dovuto comperare una stufetta elettrica. Toma – dice il vicepremier – si arrabbia sempre quando lo ricordo. Ma noi proprio dalla Giunta regionale ci attendiamo collaborazione”.

Dalla sanità alle infrastrutture Di Maio ci arriva con una battuta. “Sono venuto in auto. Devo dire che state messi bene con le strade”, dice sarcasticamente, prima di far sapere come il premier Conte abbia firmato il decreto per il contratto di Sviluppo siglato di recente dallo stesso proprio in Molise. Atto quest’ultimo con il quale saranno finanziati 250 progetti della ventesima regione.

Nell’agenda politica del ministro pentastellato anche la questione delle Province che, qualcuno (come la Lega ndr), vorrebbe reintrodurre.  

“Non lo permetteremo.  Nessuno – dice ancora dal palco di Piazza Pepe – mi convincerà che con 2500 poltrone in più, scuole e strade staranno meglio. Quei risparmi saranno, invece, trasferiti ai Comuni che, come possono già fare ora, hanno la facoltà di consorziarsi per i servizi”.

“Zero soldi per incarichi e poltrone e auto blu” ma anche la possibilità di costruire una nuova Europa con la “certezza che – dice Di Maio esortando i presenti  – se farete come alle Politiche anche in Europa diventeremo quella forza capace di fare la differenza. Anche in Europa saremo quell’argine che segna il confine di chi, per anni, ha sbagliato e governato male. Se abbiamo sbagliato noi lo abbiamo fatto in buona fede, ma – conclude Di Maio – non vi abbiamo mai tradito”.

fabyab

Redazione

CBlive

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