Cultura

Sepino, il Molise e la sfida della memoria: il Festival dei Patrimoni Dispersi apre le porte di Palazzo Tiberio

Domenico Rotondi

Nel cuore del Matese, dove l’antico incontra il contemporaneo, è in corso la prima edizione del Festival dei Patrimoni Dispersi, un progetto ambizioso che sta trasformando il borgo di Sepino in un laboratorio di memoria condivisa, cultura diffusa e sostenibilità territoriale. L’iniziativa, ideata e realizzata dall’impresa culturale e creativa JustMO’ in partenariato con il Comune di Sepino e con il Parco Archeologico di Altilia, è coincisa con la riapertura ufficiale di Palazzo Tiberio, sede del nuovo SepinoHub, del MAT – Museo del Matese e dell’Archivio 20|XX, tre spazi concepiti come cuore pulsante della rinascita culturale del territorio.

Il Festival, parte integrante del progetto nazionale “Racconti Radicati – patrimoni dispersi e voci dai territori”, finanziato nell’ambito del PNRR – Progetto CHANGES (Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society), rappresenta un’importante occasione di riflessione sul valore del patrimonio culturale come motore di sviluppo sostenibile. La giornata inaugurale, svoltasi mercoledì 9 ottobre, ha posto le basi del confronto: ad aprire i lavori, moderati dalla giornalista del TG1 Felicita Pistilli, sono stati i saluti istituzionali del sindaco Paolo D’Anello e gli interventi di autorevoli rappresentanti del mondo accademico e culturale, tra cui Giovanna Barni (CulTurMedia_Legacoop), Dora Catalano (Soprintendenza ABAP Molise), Nicola Flora (Università Federico II di Napoli), Franco Milella (Fondazione Fitzcarraldo), Enrico Rinaldi (Parco Archeologico di Sepino) e Luigi Scaroina (Ministero della Cultura).

Nel corso dell’incontro inaugurale, i relatori hanno evidenziato come la rigenerazione sociale dei territori interni debba passare attraverso la valorizzazione delle identità locali, la tutela degli archivi e la creazione di reti collaborative tra istituzioni, comunità e operatori culturali. In questi giorni, studiosi, artisti e ricercatori si stanno confrontando sui temi della memoria collettiva e della valorizzazione dei patrimoni culturali: il seminario “Fare cultura: raccogliere, digitalizzare e condividere”, curato dall’antropologo Antonio Fanelli della Sapienza Università di Roma, mette in luce la necessità di salvaguardare e rendere accessibili archivi, documenti e racconti orali come strumenti vivi di conoscenza, con contributi di Monica Calcagno (Ca’ Foscari – Fondazione CHANGES), Francesco Giasi (Fondazione Gramsci), Vincenzo Mario Lombardi (Soprintendenza Archivistica e Bibliotecaria Abruzzo-Molise) e Flavia Piccoli Nardelli (AICI).

Particolarmente atteso è il momento dedicato al ritorno in Molise dell’Archivio di Michele Testa, antifascista di Cercemaggiore e fondatore della borgata romana di Tor Sapienza, con la partecipazione di Francesco Giasi, Nicola Marcucci e dello stesso Fanelli; a ciò si affianca l’omaggio a Giuseppe “Zio Peppino” Di Domenico, celebre cantastorie di Riccia, il cui fondo manoscritto costituisce il primo nucleo dell’Archivio 20|XX, accompagnato dall’esibizione di Giuseppe “Spedino” Moffa, erede e innovatore della tradizione musicale fortorina. Non mancano, inoltre, momenti di riflessione sul rapporto tra memoria e paesaggio, come l’incontro “ältjiliä – Dispositivi temporanei per un dialogo tra memoria, paesaggio e fruizione culturale”, a cura del DIARC dell’Università Federico II di Napoli, durante il quale otto studenti presentano soluzioni progettuali per valorizzare il Parco Archeologico di Altilia attraverso installazioni temporanee. La giornata conclusiva ospiterà l’evento “Il brigantaggio tra storia e mito”, con i docenti Alessio Petrizzo, Maddalena Carli e Carmine Pinto, che analizzeranno le molteplici rappresentazioni del brigante nell’immaginario collettivo, dal XIX secolo alla cultura di massa contemporanea. Con l’apertura di Palazzo Tiberio, Sepino si candida a divenire un polo di riferimento per la cultura molisana: l’edificio, restaurato e restituito alla comunità, ospita funzioni integrate che connettono la ricerca accademica, la creatività contemporanea e la memoria storica.

È il frutto di una visione condivisa fra istituzioni e realtà come JustMO’, la cooperativa campobassana diretta da Nella Rescigno, che da anni opera per rigenerare il tessuto civile e promuovere la cultura come occasione di lavoro e coesione. Una rete di competenze, quella di JustMO’, che coinvolge professionisti come Francesco Marino, Silvia Santorelli, Michele Fratino e molti altri, già protagonisti di progetti di rilievo – da MoliseCinema a Bologna-Molise, un viaggio tra arte e cultura. Il Festival dei Patrimoni Dispersi si configura così non soltanto come un evento culturale, ma come un segnale forte: la dimostrazione che anche i piccoli centri dell’Appennino possono diventare luoghi di innovazione, capaci di restituire dignità e futuro ai patrimoni nascosti delle comunità. Sepino, con la sua storia millenaria e il suo nuovo hub della cultura, mostra oggi il volto più autentico del Molise: quello di una terra che sa custodire la memoria, ma anche reinventarla per costruire il domani.

Redazione

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