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Un tuffo dove l’acqua è più … “inquinata”: a mollo nei batteri, aumentano i casi di gastroenteriti e dermatiti

MARIA CRISTINA GIOVANNITTIliquami

Il caldo torrido di quest’estate aumenta il flusso di persone che si sposta sulla costa molisana. Un tuffo in un mare inquinato, secondo quanto confermato dalle analisi compiute da Goletta Verde, la campagna di Legambiente. Sono ben tre i punti caldi che, Goletta, identifica: in località Baia a sud di Termoli a 50 metri a nord dal canale Rio Vivo è “fortemente inquinata”; sulla spiaggia lungomare Cristoforo Colombo è “entro i limiti” mentre è “inquinata” a Montenero di Bisaccia sulla foce del fiume Trigno.

Fogne che scaricano in mare ed inquinano le acque con la presenza del batterio Escherichia coli, ovvero degli enterococchi intestinali. Così sono in aumento casi di gastroenteriti, senso di nausea ed anche dermatiti, ad essere colpiti soprattutto i bambini.

Una contaminazione dipesa sia dalla piattaforma Rospo Mare di Edison-Eni, già attiva tra Vasto e Termoli con 29 pozzi che nel 2014 hanno prodotto 227.093 tonnellate di greggio, sia dal deficit fognario che Goletta Verde continua ad evidenziare da tempo puntando il dito verso la Regione Molise che non attiva i necessari sistemi di depurazione.

Inoltre c’è una palese contraddizione, secondo quanto riportato nel dossier: apporre il divieto di balneazione, arrecherebbe un grave danno nel pieno della stagione e difatti sul Portale delle Acque, del Ministero della Salute, si parla di acque pulite mentre esiste un decreto regionale che definisce non balneabili quei tratti interessati dalle foci dei fiumi. Secondo la normativa c’è l’obbligo da parte dei comuni di apporre dei cartelli che dovrebbero informare sulla qualità delle acque cosa, però, che lungo la costa molisana non accade. Questa, secondo Legambiente, è una scorretta informazione che non tutela la salute dei cittadini.

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