Cronaca

Autovelox Vinchiaturo, la Prefettura accoglie 24 ricorsi. Turdò, presidente comitato Protrignina: “Continueremo a difendere gli interessi dei cittadini”

autovelox 1FABIANA ABBAZIA

Sono in tutto 24 i ricorsi vinti e archiviati  dalla Prefettura di Campobasso relativi alla famigerata questione dell’autovelox di Vinchiaturo, sulla statale 87, al km 120 + 450. A elencarli, uno per uno, questa mattina, giovedì 21 maggio, Antonio Turdò, presidente del Comitato Protrignina Abruzzo e Molise, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede dello studio legale Ferri, in via Mazzini a Campobasso.

Turdò ha esposto i motivi per i quali tali ricorsi sono stati ammessi, “motivi – ha detto il rappresentante del comitatoche ormai da tempo affermavamo in modo netto e chiaro”.

Tra le cause quella di una segnaletica di preavviso non evidente e una postazione autovelox istallata in modo non visibile. “Nell’attraversamento della strada in oggetto – spiega infatti Turdò – non è stato visto nessun segnale di avvertimento della postazione in servizio, contrariamente a quanto affermato dal verbalizzante, così come la postazione per il mezzo abilitato al controllo della velocità, non era visibile poiché montata all’interno di una dismessa area di servizio, dove al lato della stessa sono tuttora visibili per chi viene da Campobasso due grandi alberi, che coprono interamente sia l’autovelox che la macchina di servizio che si  scorge solo negli ultimi metri appena a ridosso della postazione”. Ma per il comitato non è tutto, dato che “lo strumento è palesemente nascosto dentro una custodia e posizionato su una base in legno”. “Un qualcosa – ha detto Turdò – totalmente contrario a quanto previsto dalla vigente normativa in materia”.

Tra le questioni che hanno condotto all’accettazione dei ricorsi anche il cosiddetto “tratto stradale non ricompreso nel decreto prefettizio numero 12408 dell’8 marzo 2013”.

Durante la conferenza stampa, il comitato ha fatto sapere di voler proseguire nella battaglia legale, per offrire tutele giudiziarie a tutti coloro che hanno pagato “multe emesse in seguito ad azioni con chiari profili di illegalità”.

“Avvieremo – le dichiarazioni di Turdò – un’azione civile e popolare contro l’amministrazione per far restituire i soldi alla povera gente”.

Intanto, ricordiamo come sulla questione, dopo l’accoglimento di alcuni ricorsi da parte del Giudice di Pace e all’indomani dell’incontro con il Prefetto di Campobasso, il numero uno del piccolo centro alle porte del capoluogo, Luigi Valente, aveva fatto sapere come “l’autovelox non solo è regolare”, ma sarebbe restato “un servizio attivo”. Lo stesso sindaco si era poi riservato di impugnare i ricorsi accolti e di avviare eventuali azioni di rivalsa nei confronti di terzi.

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