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A Piazzetta Palombo rivive la tragica storia d’amore di Fonzo e Delicata. La rivisitazione con riferimenti alla modernità allieta il pubblico

13267861_1593137764329829_3175913540452931223_nCRISTINA SALVATORE

Nel suggestivo scenario di Piazzetta Palombo a Campobasso,  nel pomeriggio di mercoledì 25 maggio, il gruppo teatrale “Rumori Fuori Scena” , con la collaborazione di “ActionAid Molise” e de “L’Università della Terza Età e del Tempo Libero” di Campobasso, ha presentato al cospetto di una folta platea il dramma diviso in due atti dal titolo “Delicata Civerra”, scritto e diretto dalla professoressa Antonella Perrotta e liberamente ispirato all’omonima leggenda ambientata in una Campobasso del XVI secolo.

La rappresentazione teatrale rientra nell’ambito del progetto “Teatro a tutte le età”: attraverso corsi di dizione e laboratori teatrali, l’obiettivo prefissato è quello di unire persone di diverse età puntando sulla socializzazione e sull’intrattenimento.

I ragazzi del Liceo Classico “Mario Pagano” di Campobasso, indossati i bellissimi costumi d’epoca  e affiancati da una bravissima Pina di Nardo nelle vesti della nonna pugliese di Delicata Civerra, hanno ridato vita  a una storia le cui lotte intestine, generate dalla rivalità tra le due maggiori fazioni in cui si era divisa la cittadinanza, quella dei Crociati e quella dei Trinitari, facevano da sfondo a una storia d’amore impossibile tra due giovani appartenenti a diverse congreghe.

Un amore contrastato, quello tra il crociato Fonzo Mastrangelo e la trinitaria Delicata Civerra  che finirà, poi, con la morte per malinconia e disperazione della giovane. Delicata pagherà con la sua stessa vita l’amore immortale per Fonzo e la sanguinosa guerra tra Crociati e Trinitari. Tra una battuta e l’altra, non sono mancati riferimenti alla vita della Campobasso di oggi: il brindisi con la Tintilia, gli smartphone tra le mani di qualche attore, il dialetto foggiano magistralmente snocciolato dalla bravissima di Nardo, l’intrusione di detti e proverbi come “ogni scarrafone è bello a mamma soja” forse volevano lasciare intendere che la storia, con le sue lotte e ingiustizie, si ripete. Anche oggi.

Redazione

CBlive

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