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Gravina: “Ho chiesto al MiC di prendere in considerazione un progetto già esistente che permetterebbe di superare uno degli ostacoli per la riapertura della Biblioteca Albino”

Il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, continua con assiduità, insieme all’assessore alla Cultura, Paola Felice, a interloquire con il Ministero della Cultura (MiC) e con la Direzione generale Biblioteche, per porre all’attenzione delle istituzioni governative nuovi elementi che possano essere utili a condurre finalmente in porto il percorso di riapertura della Biblioteca Pasquale Albino.

“È oggettivamente chiaro come, allor quando nel 2016 vennero fatti determinati passaggi relativi alla Biblioteca Albino, qualcosa di meglio poteva essere stabilito da tutte le parti chiamate in causa. ha dichiarato il sindaco Gravina – Oggi è altrettanto chiaro che quell’iter che si scelse di seguire, ha prodotto una situazione di stallo lunga e della quale le amministrazioni comunali del capoluogo non hanno responsabilità diretta perché di fatto, come ben si sa, la biblioteca non ricade nella competenza dell’ente. Come Amministrazione, ci stiamo facendo promotori di iniziative istituzionali costanti e dirette per sbrigliare una matassa che impedisce all’intera comunità regionale di usufruire di un servizio pubblico culturale e scientifico.”

Diverse sono state, nei mesi scorsi, le interlocuzioni avute direttamente su questo tema dal sindaco Gravina con il ministro Franceschini e, successivamente, con i responsabili della Direzione generale Biblioteche.

“In un’ultima riunione online svolta, insieme all’assessore Felice, proprio con i responsabili della Direzione generale Biblioteche, ha spiegato Gravina – dopo aver analizzato una serie di problematiche ed aver appreso che uno degli ostacoli maggiori per la riapertura della Biblioteca Albino, a loro dire, è rappresentato dall’inadeguatezza dell’attuale edificio, sia in ordine alle dimensioni sia in ordine ai lavori di adeguamento, ho avuto modo di anticipare loro che ero a conoscenza di un progetto di proprietà della Provincia di Campobasso, relativo all’attuale sede della Biblioteca Albino, e ho concordato di recuperarlo al fine di valutarlo insieme, offrendo così una soluzione più rapida al problema, unitamente alla soluzione amministrativa, già individuata come necessaria, ovvero il passaggio alla gestione della biblioteca nazionale di Roma.”

Nel 2008, infatti, la Provincia di Campobasso bandì un concorso di progettazione ai sensi del Capo IV, Sezione III, art. 99 e seguenti del D.Lgs. 163/2006, per la realizzazione dell’ampliamento della Biblioteca Provinciale “P. Albino” con riqualificazione dell’intera area, nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Qualità Italia, promosso d’intesa tra il Ministero dello Sviluppo Economico (DPS- Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione), il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (PARC- Direzione Generale per la qualità e la tutela del Paesaggio, l’Architettura e l’Arte contemporanee), la Fondazione La Biennale di Venezia e le Regioni del Sud d’Italia.

A seguito di diverse interlocuzioni avute con il vincitore del bando di progettazione, Arch. Anastasio Di Virgilio, – ha fatto sapere Gravina – ho così recuperato copia della stessa, peraltro definitiva, che ho provveduto ad inviare, come avevamo concordato, al Dipartimento generale Biblioteche e al Ministero.

Il progetto appare assolutamente ancora attuale e meritevole di attenzione, soprattutto perché consentirebbe non solo di riaprire la struttura, ma di ampliarla riqualificando un’area centrale della città, lasciandone inalterata la collocazione.”

L’intervento oggetto del concorso di progettazione aveva lo scopo di creare nuovi spazi da destinare ad archivio mediante l’ampliamento dell’edificio esistente, proponendo una volumetria che si collocasse spazialmente a fulcro del tessuto urbano.

“Qualora il progetto potesse essere preso in considerazione, – ha dichiarato in conclusione Gravina supererebbe non solo la necessità di ulteriori studi di vulnerabilità, attualmente in itinere attraverso il Demanio, ma soprattutto renderebbe disponibile una ulteriore superficie con un costo di realizzazione contenuto.”

Redazione

CBlive

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