Politica

Il Molise regala acqua alla Puglia: a Foggia il via libera al progetto. Mobilitazione delle minoranze in Consiglio. Fanelli: “Toma si fermi” e Ciocca porta le carte in Procura

L’acqua del Molise regalata alla Puglia. Si tratterebbe di un ulteriore regalo, dato che i rubinetti pugliesi in parte erogano già acqua molisana. La stranezza che getta in agitazione la politica locale è che l’operazione è avvenuta nel più totale silenzio istituzionale e per di più senza che il Consiglio regionale della ventesima regione ne sapesse nulla.

A svelare la notizia ci ha pensato La Gazzetta del Mezzogiorno qualche giorno fa, dando l’annuncio della riunione avvenuta ieri a Foggia e poi pubblicizzata sul sito internet del Consorzio di Bonifica della Capitanata, ma non in Molise, dove continua a regnare invece il silenzio.

A lanciare l’allarme era stata già la consigliera regionale e capogruppo del PD, Micaela Fanelli che nei giorni scorsi aveva chiesto lumi al presidente Toma.

Sulla questione si era espressa anche la consigliera regionale Patrizia Manzo e l’ex consigliere regionale Salvatore Ciocca che ha costituito un comitato di difesa dell’acqua e ha già fatto sapere di portare le carte in procura.

Ma le preoccupazioni aumentano soprattutto alla luce dell’incontro avvenuto ieri e che di fatto ha dato il via libera, seppur non definitivo, al progetto che vede lo spostamento di circa 50 milioni di metri cubi d’acqua, dalla diga del Liscione alla diga di Occhito.

Il progetto prevede, infatti, la realizzazione di una conduttura di 10 km, in grado di captare l’acqua dall’invaso del Liscione per poi trasportarla al ripartitore in località Finocchito, al confine tra Puglia e Molise.

L’acqua verrebbe poi convogliata nelle condutture dell’acquedotto pugliese e sfruttata per l’uso potabile, nelle case della provincia di Foggia.

Un progetto che darebbe una grossa mano, in termini di approvvigionamento idrico alla Capitanata ma che al Molise, soprattutto al Basso Molise, alle prese con continui problemi di interruzioni idriche, suona come uno schiaffo in faccia.

E proprio a seguito della riunione tenutasi ieri a Foggia e alla quale per il Molise hanno partecipato il commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Integrale Larinese, Vincenzo Napoli insieme a Beniamino Di Vito direttore del medesimo consorzio e al direttore del IV Dipartimento regionale, Massimo Pillarella,  e di cui il Consiglio regionale continua ancora oggi a essere totalmente all’oscuro, la Fanelli torna nuovamente sull’argomento chiedendo a Toma di fermarsi.

“Chi ha dato mandato alla struttura della Regione Molise di dare il via libera tecnico al progetto? Chi ha partecipato era legittimato anche formalmente? Perché il Consiglio regionale non è mai stato interessato, pur trattandosi di un atto di programmazione?  Perché Molise Acque, ufficio tecnico competente nella gestione idrica, non era presente? E come è possibile che si proceda a nuovi accordi, quando i precedenti non sono mai stati rispettati con enormi danni per il Molise, sia in termini di ‘ristoro finanziario che in termini di opere di compensazione’? Veramente in via Genova pensano che il Basso Molise abbia una sovrabbondanza di acqua?”, chiede la consigliera Fanelli che parla di beffa oltre al danno.

“Per l’ennesima volta, – dice la dem – ribadiamo quello che abbiamo espresso nella mozione presentata insieme ad altri cinque colleghi sulla questione: prima di fare qualsiasi altro passo verso la stipula dell’accordo finale tra le due regioni, il Presidente Toma deve venire in aula a riferire e chiarire la posizione della Regione Molise.  Soprattutto, deve prima garantire il nostro totale soddisfacimento del fabbisogno idrico, quindi ottenere la promessa e mai concessa equa compensazione da parte della Puglia dopo gli accordi del 1979, poi interessare, come imposto dalla legge, il Consiglio regionale della programmazione idrica. Perché una questione tanto importante, non si può decidere sulla testa dei molisani nelle segrete stanze di via Genova”.

“La via della sete deve essere percorsa sino in fondo – dice invece Ciocca che parla poi di “sete di verità”.

“Può un commissario straordinario effettuare operazioni ordinarie non ultima di rappresentanza? Chi lo ha incaricato? Può il consorzio sostituirsi all’operato che ha per legge l’azienda speciale Molise Acque? Quale organismo politico e/o amministrativo ha programmato e/o deliberato la possibilità di fornire ulteriore acqua molisana alla Puglia addirittura pensando di svuotare l”invaso del Liscione e di fatto minando le risorse idriche del Basso Molise già carenti? Perchè invece di regolarizzare gli accordi preesistenti e mai rispettati tra le regioni confinanti si pensa ad ulteriore flusso idrico extra regionale senza alcuna discussione politica e senza il parere dei molisani?”, chiede l’ex esponente di Palazzo D’Aimmo.

Tutte domande più che legittime in vista di un vero e proprio regalo che il Molise potrebbe pagare a caro prezzo. Domande a cui qualcuno ora dovrà pur rispondere.

Redazione

CBlive

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