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Pallacanestro serie A1, l’under Amatori: “Fare del mio meglio per la squadra”

Domenica contro San Martino di Lupari la sua è stata una prova da veterana a dispetto dei poco più di soli diciassette anni e mezzo e di un ritorno sul parquet dopo circa due mesi di stop e con due soli allenamenti nelle gambe.

Giorgia Amatori, esterna brindisina dalla vocazione di playmaker in casa La Molisana Magnolia Campobasso, ha regalato grandi emozioni ai tifosi rossoblù, facendo risaltare ulteriormente la linea di azione – alla base della politica societaria del club – vocata alla valorizzazione delle under, complemento ideale all’attività di vertice del senior team impegnato nella Techfind Serie A1.

PRESTAZIONE IN VETRINA In poco meno di dodici minuti di utilizzo, la giocatrice pugliese ha messo a segno sette punti con un 100% sia dal campo (2/2 da due) che dai liberi (3/3), cui ha aggiunto un rimbalzo difensivo, un assist, una palla recuperata e tre falli subiti (a fronte di uno solo commesso). Il tutto le ha regalato un dieci di valutazione, un Oer (l’indice di rendimento offensivo, frutto del rapporto tra punti e possessi) fantascientifico di due e soprattutto – unica tra le magnolie – un plus-minus positivo. Con la numero 23 in campo, infatti, il punteggio parziale avrebbe visto avanti di cinque le rossoblù rispetto alle venete.

«Sinceramente – spiega a mente fredda la diretta interessata – non mi aspettavo nemmeno di entrare in considerazione del periodo di fermo per infortunio alla caviglia e del basso numero di sedute tecniche fatte con le compagne».

CARATTERE DI FERRO Dalla sua, però, Amatori ha dimostrato di saper cogliere ben presto l’occasione, così come aveva fatto, nella passata stagione, con le prime due sfide interne di A2 contro San Giovanni Valdarno e Faenza, senza quasi tradire emozioni di fronte ad avversarie illustri sia all’epoca che attualmente (domenica, in occasione del primo canestro è riuscita a farsi largo contro una giocatrice come l’americana Anderson, giocatrice dal curriculum di spessore).

«All’inizio – confessa – dentro un po’ di tensione l’ho provata in considerazione delle qualità e dell’esperienza delle giocatrici che avevo di fronte. Poi, però, ho cercato di focalizzare la mia mente solo sulla partita e sul cercare di fare del mio meglio per la squadra».

ASCESA POSSIBILE Del resto – e non manca di farlo notare nelle sue riflessioni l’atleta brindisina – il gruppo campobassano ha margini di crescita per nulla marginali.

«Sinora – argomenta – non siamo mai riuscite a giocare al completo ed abbiamo finito con il risentirne a livello di conformazione del nostro gioco».

RAFFRONTI COL PASSATO Alla sua seconda stagione coi #fioridacciaio, Amatori traccia anche un paragone tra l’A2 e la Techfind Serie A1.

«Il livello – afferma – è molto più alto e non solo per la presenza di tante straniere in più e, in particolare, delle americane, nonché di giocatrici, anche tra le esterne, molto più fisiche».

TARGET PLAYOFF Per la giovanissima regista delle campobassane, in effetti, a pieno regime il traguardo del gruppo è molto chiaro.

«Dove può arrivare questa squadra? Io credo – replica senza lasciare spazio ad alcun retropensiero – che, non appena saremo tutte, potremo ambire alla zona playoff, ossia centrare un piazzamento tra le prime otto».

PRECISI INSEGNAMENTI Quanto all’obiettivo individuale, Amatori è altrettanto precisa. «Il mio auspicio – aggiunge – è quello di migliorare ulteriormente e riuscirci anche grazie al supporto delle mie compagne, in particolare Sofia, Gaia e Valentina (Marangoni, Gorini e Bonasia, ndr) che giocano nel mio stesso ruolo».

SERENO VARIABILE Del resto, al pari di alcune altre compagne, anche Bonasia ha dovuto fare i conti con delle noie di carattere fisico attualmente in via di superamento.

«Non mi sento di dire di essere al 100% della condizione – riconosce – però sono in fase di recupero da quella che appariva, in un primo momento, una sorta di ‘bufera fisica’ dai risvolti più problematici».

AMICA TIFOSERIA Un ultimo pensiero va, poi, ai sostenitori delle campobassane. «Senz’altro il Covid-19 ci ha privato di un bene prezioso. È diverso giocare con o senza di loro. Sono non a caso il nostro sesto uomo e la loro assenza si sente. Ma, nonostante quelle che sono le disposizioni di legge, si prodigano in ogni modo per farci sentire la loro vicinanza e questo li rende semplicemente unici».

Redazione

CBlive

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